E’ una bella immagine, questa dell’incontro di cittadini che ha avuto luogo in sala Alessi a Palazzo Marino, dunque nella casa del Comune di Milano, lunedì 15 febbraio. Un primo incontro di cittadini sconcertati dall’idea che chi votò Pisapia debba ora votare Sala e il suo gigantesco conflitto di interessi, il suo inquietante comitato d’affari, la benedizione ricevuta dal Partito della Nazione, e le pendenze giudiziarie di Expo.
Ma come è stato possibile che il sindaco della grande svolta che diede cinque anni fa speranza a Milano e all’Italia, i Comitati che lo hanno sostenuto, il movimento di cittadini che gli ha consentito di vincere si trovino ora schiacciati nell’alternativa fra il nulla della rassegnazione e l’amarissima proposta di sostenere un candidato sindaco che rappresenta una concezione dell’amministrazione e della politica agli antipodi di quella che salutammo in Piazza del Duomo cinque anni fa, con la benedizione di un grande arcobaleno sospeso su una folla enorme e festante?
Dovrebbero essere molti e sempre più numerosi, sempre più indipendenti dalle povere insegne dei piccoli raggruppamenti che hanno dato inizio a questo moto, gli incontri di questo genere, che chiamano a raccolta la più ampia e variegata rappresentanza di tutti le fasce di cittadini a prescindere dalle loro appartenenze partitiche, purché abbiano a cuore il bene della città e non i loro affari solamente.
Da questi incontri dovrebbe nascere la proposta alternativa di un grande nome – un vero possibile candidato sindaco di Milano, che riaccenda la speranza civile e la vocazione europea di questa città. Come direbbe un poeta che molto amò Milano, Vittorio Sereni: “Un grande amico che su me si levi/ e tutto porti me nella sua luce/ che forte rida ove io sorrida appena/ e forte ami ove io accenni a invaghirmi”. Un volto che ognuno possa davvero guardare con ammirazione, gratitudine, speranza.
La cui vita, il cui pensiero testimonino la possibilità che la politica e l’amministrazione possano tornare ad essere nobile servizio e impegno di ciascuno. A queste condizioni una lista civica (amplissima) non sarà un ridicolo veilleitarismo minoritario, ma una boccata di ossigeno per il Paese intero. Solo a queste condizioni. Impegniamoci perché questo possa avvenire.