Solo i più duri di cuore hanno dimenticato l’emozione provocata dalla foto del piccolo Aylan: il suo corpicino raccolto sulle spiagge turche da un poliziotto che pareva svestito dalla sua durezza. Un gigante buono che si muoveva sulla “spiaggia delle morte” con toccante delicatezza e pietà.
Da allora sono centinaia i bimbi annegati in un braccio di mare che divide le isole greche dalla Turchia. Ma le emozioni si sono stemperate, in Siria la fuga dalle bombe e dai missili che tutto distruggono è proseguita ma la UE pensa a muri, si divide su responsabilità, soldi, modalità di intervento.
In questo contesto (più o meno documentato dai media ma rimasto ormai lontano dalle nostre coscienze relegato sullo sfondo delle nostre priorità informative) arriva dalla Gran Bretagna una notizia che sembra pazzesca.
La riferisce il quotidiano The Independent http://www.independent.co.uk/news/uk/politics/theresa-may-under-pressure-to-oppose-plans-that-could-criminalise-charities-who-help-syrian-refugees-a6858431.html . In sintesi si tratta di questo. L’opposizione al Parlamento di Londra ( fra loro il leader dei liberali ) chiede al ministro degli Interni Theresa May di opporsi a una nuova legge europea che criminalizza le Ong e i volontari che prestano assistenza ai rifugiati nelle isole greche. Messa così pare una notizia incredibile. Ma il giornale cita la bozza di un documento esistente e riferisce che nell’ultimo Consiglio dei ministri dell’Interno UE diversi partecipanti avrebbero chiesto proprio questo: di fermare i volontari, equiparare la loro attività a quella dei trafficanti.
La logica sarebbe quella di fare “terra bruciata” davanti ai profughi, costi quel che costi ( in vite umane).
“Finora non avete fatto nulla per aiutare chi fugge verso l’Europa, ora vorreste impedire a altri di soccorrerli” scrivono giustamente i parlamentari britannici alla May.
In Italia di tutta questa storia non sappiamo nulla. Da noi prevale l’attenzione per gli aspetti contabili legati alla disputa di bilancio fra il nostro governo e la Commissione europea. E’ bene però che ci sia un po’ di attenzione dell’opinione pubblica su questa vicenda: troppe volte a livello europeo sono state assunte decisioni sbagliate se non controproducenti frutto di mediazioni burocratiche fra funzionari e politici miopi o peggio. Il 10 marzo ci sarà la decisione dei ministri, sarà bene che l’informazione circoli pure da noi.
Certo è pazzesco che quel fiume di povera gente che ogni tanto intravediamo nelle cronache http://www.repubblica.it/esteri/2016/02/05/news/siria_migliaai_in_fuga_da_aleppo_turchia_chiude_confine-132772201/ porti al prevalere di egoismi e paure piuttosto che a un briciolo di solidarietà. La pietà è più facile riservarla a altri esodi storici, quelli che ormai non ci costano più nulla.
Certo che criminalizzare le associazioni umanitarie è proprio il massimo della nefandezza. In quella prima linea dell’Europa sulle coste greche a soccorrere degli esseri umani, cui i trafficanti hanno venduto finti giubbotti salvagente e imposto la roulette russa di traversate su barconi fatiscenti, ci sono solo loro, i volontari. Non fanno arrivare nessuno da noi: si limitano a soccorrere. E allora la domanda diventa un’altra: nell’anno della Misericordia in realtà dove stiamo andando? Notizie così sembrano dirci che c’è chi vuole portarci esattamente dalla parte opposta. E sapete come si definisce il contrario della compassione? Il dizionario Treccani ci è di aiuto: si chiama ferocia, implacabilità, inumanità, spietatezza Che brutta Europa hanno in mente alcuni. E il dramma nel dramma è che nemmeno la crudeltà servirà a raggiungere il suo scopo vero, non riuscirà certo a fermare chi non ha proprio più nulla da perdere. Rende solo peggiori tutti noi.