Unioni civili sì, adozione del figlio del partner no. E questo l’esito sconfortante di una battaglia di civiltà, dove hanno perso gli omosessuali e gli eterosessuali sostenitori e vinto gli intransigenti. Cioè, quelli del “mai il canguro” (Grillini) o del “mai la votazione per emendamenti” (PD). La ragione di partito sopravanza sempre quella sociale. Nessuno rinuncia a un proprio vantaggio – o a un danno dell’avversario – per fare la cosa giusta. Tra soddisfazione e soluzione, prevale sempre la prima.
E allora è qui che serve l’opinione pubblica.
E’ in questi casi che si deve far capire ai partiti che se fanno gli intransigenti loro, lo saremo anche noi elettori, quando ci sarà da votare e ancora prima con campagne dal basso. E’ triste ammetterlo, ma la domanda di tutele sta traslocando dai partiti a Change.org. Aumenta l’astensionismo, ma aumenta anche la sottoscrizione di appelli. La petizione on-line è la nuova forma di auto-rappresentanza extraparlamentare. E – per una democrazia parlamentare – non è un buon segno.
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