C’è tanto di più e tanto da dire su questa morte così assurda e crudele. Non riesco a darmi pace pensando a quello che Giulio ha passato e al dolore di chi gli ha voluto bene..leggo le testimonianze dei suoi amici, dei suoi compagni di scuola che lo descrivono come un ragazzo eccezionale, curioso, intelligente, sopra la media..e dentro di me dico “BASTA”.
Mi rivolgo a chi può parlare, a chi può agire perché le cose cambino : il ricordo, le celebrazioni è giusto lasciarle a chi lo ha conosciuto e amato, ma da quelli che hanno un ruolo , che “contano” nel mondo dell’informazione mi aspetto qualcosa di più , se vogliono onorarlo davvero.
In Italia c’è una crisi che sta frustrando e deprimendo una generazione e noi, gli adulti che hanno insegnato ai propri figli a combattere contro le ingiustizie, a dare un riconoscimento alla fatica e al lavoro, non facciamo proprio niente per aiutarli a cambiare questa situazione. I ragazzi come Giulio, mossi dalle proprie capacità e dalla passione, sono quelli che accettano coscientemente un rischio senza alcuna copertura, spesso neanche economica.
Capisco la famiglia di Giulio che ha chiesto di non pubblicare l’ultimo articolo sul “Manifesto”. Oggi è troppo facile annoverarlo fra i collaboratori ..vorrei sapere, ieri, che tipo di appoggio e compenso gli avevano garantito.
Non ce l’ho con questo giornale in particolare, so che purtroppo questo è il “sistema”: anni di articoli mal pagati e intelligenze e capacità al servizio di redazioni che non ne riconoscono il valore .
Bene, adesso che ci ritroviamo a fare i conti con la morte di questo ragazzo, di cui rispetto fino in fondo le scelte, mi dico che l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti non possono limitarsi all’ennesima targa o celebrazione , che promuovano, invece, una proposta di legge che porti il suo nome, che ridia dignità e tutele al lavoro dei giovani o che almeno si adoperino e vigilino perché venga applicata quella esistente sull’equo compenso.
A nome di Giulio, per tutti i ragazzi.