EBOLA. Sembrano i numeri di un conflitto ma si riferiscono a un’epidemia senza precedenti, quella di Ebola in Africa occidentale: a due anni dall’inizio dell’epidemia, la più grave al mondo, oltre 28 mila casi e 11 mila vittime. Secondo il rapporto, Ebola all’inizio è stata sottovalutata dalle autorità pubbliche e dalle agenzie specializzate: il caso zero è stato identificato in Guinea nel dicembre 2013, mentre la dichiarazione ufficiale dell’epidemia da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è arrivata solo il 23 marzo 2014. “Ebola ha sconvolto le vite di 22 milioni di persone in aree considerate focolaio attivo del virus in Guinea, Liberia e Sierra Leone. – si legge nel rapporto – Città e villaggi hanno cambiato volto: case di famiglie in quarantena sorvegliate da militari, molti ospedali e centri sanitari chiusi, scuole chiuse, coprifuoco notturni. Tutti in casa, spostamenti vietati. Ma non è bastato. Si è creato un effetto domino che ha trovato terreno fertile in Paesi estremamente poveri, dalle democrazie fragili, dai servizi limitatissimi”. In Guinea ci sono voluti tre mesi perché si annunciassero ufficialmente i primi casi di Ebola, mentre le persone ignare continuavano a spostarsi In Liberia le popolazioni hanno mal visto in molti casi le forze militari inizialmente dispiegate dal governo per far rispettare le consegne di quarantena: ci sono state fughe, rivolte nei mercati, accuse, strade bloccate, cliniche saccheggiate, soldati attaccati. D’altronde i governi hanno risposto con ciò che avevano a disposizione nell’immediato: soldati e non medici In Sierra Leone e Liberia al termine del conflitto il sistema sanitario era molto frammentato e pressoché distrutto, anche fisicamente. Una lezione da non dimenticare quella di Ebola, perché secondo la Caritas per “rispondere a crisi complesse sono necessari interventi multisettoriali e di lungo termine”.
Una raccolta di testimonianze e nuovi dati aggiornati mostrano il legame tra epidemie e povertà, l’importanza di conoscere i contesti e la cultura locale, il ruolo cruciale degli attori locali per un intervento mirato ed efficace. “Mentre si affaccia una nuova “emergenza sanitaria globale” causata dal virus Zika, le lezioni di Ebola non devono essere dimenticate: tempestività, coordinamento, prevenzione, ricerca. Per il bene comune”, si legge nel testo.