Il giornalista Antonio Cipriani era stato condannato a cinque mesi di reclusione per omesso controllo. Dopo l’assoluzione dell’autore dell’articolo, la sua pena è stata annullata.
Quando è arrivata la sentenza di assoluzione del suo coimputato, Antonio Cipriani, ex direttore della casa editrice E-Polis, aveva già scontato ventidue giorni ai servizi sociali, con il vincolo di non uscire di casa dalle 22 alle 7 e di non lasciare la Lombardia. Cipriani era stato condannato dal Tribunale di Oristano, il 2 luglio 2014, a cinque mesi e dieci giorni di reclusione per i reati di omesso controllo e concorso in diffamazione (articoli 57 e 595 del codice penale) per un articolo di cui era autore il giornalista Enrico Fresu. Articolo pubblicato nel 2007 sul quotidiano Il Giornale di Sardegna, una delle quindici testate della casa editrice. La pena per Fresu, ritenuto colpevole del reato di diffamazione, era invece di otto mesi di reclusione e 1000 euro di multa.
La scelta dell’ex direttore Cipriani di non ricorrere in appello ha comportato che la condanna diventasse immediatamente esecutiva, da scontare, in seguito all’istanza del suo avvocato Alfredo Brizioli, non in carcere ma in affidamento in prova ai servizi sociali, Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Milano. Il processo di appello del coimputato Fresu, assolto dalla Corte d’Appello di Cagliari il 10 dicembre 2014, ha permesso all’avvocato Brizioli di presentare un’istanza, accolta dalla stessa Corte d’Appello, per annullare la pena anche per Cipriani per “l’effetto estensivo dell’impugnazione proposta da Enrico Fresu”, come si legge nell’Ordinanza.
Ossigeno si era già occupato del caso nel maggio scorso.