BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Cosmopolitica. L’entusiamo di migliaia apre il cammino di Sinistra italiana. Ma non sarà in discesa. Difficoltà e rischi

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Di Alessandro Cardulli

Di questi tempi, con la politica che non è più di moda, roba da gufi secondo l’ideologia renziana, con i manager che vanno alla grande, come a Milano – ben due candidati a sindaco, simili anche per due schieramenti che dovrebbero essere diversi, Pd e centrodestra – vedere qualche migliaio  di persone, di ogni età, tanti giovani, impegnati a fare da apripista ad un partito nuovo di zecca, Sinistra italiana, non può che destare sorpresa. Anche in noi che della politica abbiamo fatto la nostra proposta di vita. Influenzati dai media, quasi quasi abbiamo creduto che non ci fosse più niente da fare. Destra e sinistra non esistono più, come hannpo raccontato la televisione, i nuovi mezzi di comunicazione, quelli tanto amati dal presidente del Consiglio che ogni giorno fa arrivare la sua propaganda privata, usando mezzi pubblici, palazzo Chigi addirittura, ai media. Una volta si chiamavano “veline”, oggi in nome della modernità, sono diventate e-news, propaganda, neppure di qualità, di bassa lega.

Si costruisce il progetto del nuovo partito. Il Congresso costitutivo il 2,3,4 dicembre

Nel grande palazzo dell’Eur, un po’ tanto squallido, dove si tengono congressi, grandi avvenimenti, duemila, nella prima giornata, poi tremila, infine in una mattina che sembrava non finire mai, oltre tremilacinquecento, hanno messo a punto un “progetto” di partito, Sinistra italiana che da ora è un soggetto concreto a tutti gli effetti. Un “comitato provvisorio” ne guiderà il cammimno fino all’inizio di dicembre, 2,3,4, quando si terrà il “Congresso fondativo” come annuncia Nicola Fratoianni, a conclusione di più di trenta interventi che hanno caratterizzato la giornata conclusiva dei lavori. In questi mesi, da subito, partiranno le iscrizioni a Sinistra italiana con una grande mobilitazione, assemblee, incontri, manifestazioni in tutto il Paese. Si parla di “marcia alternativa” toccando i “luoghi della sofferenza”, dalla sanità pubblica che non funziona, alla precarietà, alle scuole, ai luoghi di lavoro, alle periferie urbane disastrate. Un partito che nasce dal  basso, dai territori. Dice Fratoianni: “Sarà la fine della stagione degli accordi e dei cartelli elettorali. Ci proveremo. E se falliremo verranno degli altri, ma non credete a chi vi dice che non c’è alternativa. Saremo alternativi a chi intende la modernità come riduzione dei diritti e svalorizzazione del lavoro”. Si intrecciano gli interventi di chi ha deciso che “Sinistra italiana” sia la sua casa con quelli che militano in altri partiti. Il Pd è chiamato in causa, una, dieci, cento volte, in particolare viene chiamato in causa il referendum sulle riforme, “deforme” le definisce l’avvocato Besostri, uno degli animatori del fronte del “no”.

Cuperlo: non si spezzi il filo con la minoranza del Pd. D’Attorre: “Laicamente, la sinistra è qui”

Dura la critica al premier che punta a farne la battaglia di tutte le battaglie. Gianni Cuperlo assiste agli attacchi al partito di cui fa parte. Ascolta, poi interviene. Concorda con molte delle critiche fatte alla politica del governo, ma chiede che non si spezzi il filo che lega la minoranza del Pd al nuovo partito della Sinistra. Risponde Alfredo D’Attore: “Laicamente, la sinistra è qui. Basta restare lì a prendersi schiaffi per non si sa che cosa, uniamo le forze. Lo dico a Cuperlo, a Bersani, a persone alle quali non ho mai smesso di essere legato. Come si fa a essere contemporaneamente contro il Partito della nazione e con Renzi nelle riforme? È una contraddizione che dovrebbe essere risolta”.

Ferrero: Difendiamo il pluralismo. Fassina: è un valore del nuovo partito, perché non stare subito insieme?

Su un altro versante arriva l’intervento di Paolo Ferrero, il segretario di Rifondazione, che non aderisce alla costituente del nuovo partito della Sinistra, non intende sciogliere Rifondazione, come Sel ha fatto nel nome del pluralismo. Risponde Fassina: il pluralismo è un valore del nuovo partito. Allora perché non stare insieme da subito? Ferrero indica battaglie comuni, il referendum, le liste per le elezioni amministrative, le elezioni politiche. Poi si vedrà. Già, le elezioni. Pisapia ha  attaccato il nuovo soggetto della Sinistra per le critiche rivolte alla alleanza che ha portato Sala ad essere il candidato del Pd. Una battuta tranciante, come nel suo stile: “Non si vende una politica per un posto da assessore”. Entra a piedi giunti nel merito delle scelte di Sel a Milano che ha partecipato alle primarie. Tema della discordia dentro il partito di Nichi Vendola. Massimiliano Smeriglio, vicepresidente della  Regione Lazio, uno degli esponenti di rilievo di Sel, se la cava dicendo che per quanto riguarda le alleanze nelle elezioni amministrative le decisioni vengono prese dai territori. L’assemblea sembra non gradire.

Gli  applausi ai sindaci di Palermo e di Napoli, “zapaterismo in salsa partenopea”

Del resto, gli applausi a due sindaci Leoluca Orlando, Palermo e Luigi De Magistris, Napoli, che parla di “zapaterismo in salsa partenopea” e che saranno sostenuti da  Sinistra italiana, parlano chiaro.  Airaudo, candidato di Sinistra italiana a Torino, racconta, molto applaudito, la sua esperienza a fronte di un centrosinistra che non c’è più. Fra un intervento e l’altro arrivano i messaggi. Quello di Maurizio  Landini, il segretario generale della Fiom che si rivolge ai “cosmonauti” inviando gli auguri di “buona navigazione”. Io ci sono, dice , sottolineando che “concepire l’impegno politico e sociale come un’esplorazione è il modo più serio e adeguato ai nostri tempi per restituire un senso alla militanza e costruire le basi del cambiamento. L’impegno per allargare i confini della partecipazione alla vita della Res Publica è  l’obiettivo più importante in questo momento storico. Crediamo  sia importante far circolare saperi e idee, far comunicare tra loro le diverse esperienze, impegnarsi per costruire una politica che renda credibile un’alternativa possibile al presente”. Messaggi arrivano dalla presidente dell’Arci, da familiari di Papà Cervi. Guardando alla composizione dell’assemblea appare in modo evidente la presenza dei giovani, ragazze e ragazze che hanno partecipato in gran numero ai 24 laboratori, la “ricerca” di politiche per affrontare i tanti problemi del Paese.

Cofferati: energia dei giovani ed esperienza di altre generazioni, Castellina: uno spazio per gli anziani

È Sergio Cofferati a rivolgersi a loro, rispondendo alla “rottamazione”, lo slogan preferito da Renzi Matteo. Dice l’ex leader della Cgil, che difese, con successo, con le unghie e con i denti, lo statuto dei lavoratori, l’articolo 18: “L’ energia dei giovani è indispensabile per costruire il nuovo partito, come lo sono le esperienze delle altre generazioni”. Un tema ripreso da Luciana Castellina salutata con un grande applauso, l’assemblea in piedi. Parla di “archeologia”, chiede al nuovo partito “uno spazio per gli anziani”. Sono proprio i giovani ad applaudire per primi. Nel nome di  Sanders, che, negli Usa, si batte per il socialismo.

Prospero. Il valore della parola Sinistra. L’identità di Berlinguer.  E il socialismo?

Già, il socialismo. Michele Prospero parla del valore della parola “Sinistra”, messo in discussione da alcuni esponenti di  Acta. Parla di atto genetico, di riprogettazione della sinistra, di una casa nuova, della necessità di  una “guerra di movimento” nei confronti del Pd che “aggredisce il sindacato e il mondo del lavoro”. Mette in luce il valore dei referendum saldando “la questione istituzionale con quella del lavoro”. Viene alla luce il nome di Enrico Berlinguer. Il nuovo partito della sinistra non può non richiamare l’identità  del leader del Pci. La sinistra a testa alta, gli “elementi di socialismo” da introdurre nella vita del nostro Paese. Ma, ci domandiamo, perché questo sostantivo sembra scomparso anche dal vocabolario della sinistra? Non ci pare giusto lasciare all’americano Sanders il monopolio di questa splendida parola. Tanto più che nel “Manifesto di Ventotene”, da tanti citato, si legge: “La rivoluzione europea deve essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la creazione per esse di condizioni di vita più umane”. Sembra oggi.

Da jobsnews


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