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Yemen, 130 strutture sanitarie colpite in dieci mesi di guerra

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Questa volta le bombe dal cielo dello Yemen non hanno colpito l’ospedale, ma l’ambulanza, a conferma che i raid non sono casuali. I primi colpi sono caduti a Dayan, non lontano dall’ospedale di Shiara di MSF attaccato il 10 gennaio scorso, poi sulla gente accorsa per assistere le vittime e dopo sull’ambulanza. Tre attacchi: due sui civili e uno sui soccorsi sanitari.
“La gente subisce questo tipo di violenza ogni giorno e nessuno, neanche gli operatori sanitari vengono risparmiati” dice Teresa Sancristoval, Coordinatrice dell’emergenza di MSF.
Se qualcuno aveva dei dubbi, se qualcuno ancora pensava che le bombe sugli ospedali fossero un caso, ora sa che così non è. E l’ultimo episodio di Dayan dimostra – come afferma Sancristoval – “con quanta spietatezza l’assistenza medica sia sotto attacco in Yemen”.
Finora, in dieci mesi di guerra, sono almeno 130 le strutture sanitarie del Paese colpite da missili lanciati da terra o da attacchi aerei. Molti ospedali sono chiusi. “Le strutture mediche, che dovrebbero essere luoghi di guarigione per le persone – dice Juan Prieto, coordinatore generale dei progetti MSF in Yemen -, non sembrano più essere luoghi sicuri per i pazienti e per lo staff medico che ci lavora, anche se dovrebbero essere protetti. Tornare al lavoro non è facile. È un disastro”.

Il risultato è che le persone cercano di evitare gli ospedali, considerati un bersaglio. Nelle strutture arrivano solo le emergenze e le vittime degli attacchi.

Intanto, MSF sta cercando di ripristinare il funzionamento dell’ospedale di Shiara, per tornare alla normalità, ma sta anche cercando di chiarire le circostanze dell’attacco, di individuare le responsabilità, e di assicurare la sicurezza del personale.


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