Esplosione intorno alle 10.20 a Istanbul nella zona dell’At-meydani, l’antico l’Ippodromo di Costantinopoli, sito nel quartiere di Sultanahmet, il luogo della Moschea Blu, dell’Hagia Sophia e del palazzo Topkap, posto d’incantesimo e meraviglia inesauribile amato profondamente da ogni visitatore.
Il primo bilancio comunicato dalla prefettura è di 10 morti e 15 feriti tra gli innocenti colpiti ci sarebbero sei tedeschi, un peruviano e un norvegese, mentre il giornale Bild afferma che fra le vittime ci sono nove cittadini tedeschi.
Secondo l’agenzia Dogan l’esplosione è avvenuta nei pressi dell’obelisco di Teodosio e la CNN turca afferma che sia stata causata da un kamikaze, ipotesi confermata in diretta televisiva direttamente dal presidente Erdogan: “attentatore suicida di nazionalità siriana”.
Nelle stesse ore della deflagrazione delle persone risultano intrappolate. In un hotel in costruzione avvolto dalle fiamme a Maltepe, altro quartiere della città, incidente non collegato con l’attentato.
Il governo di Erdogan ha imposto il divieto provvisorio di diffondere notizie e immagini su attentato a Sultanahmet per motivi sicurezza. La scelta di rendere silente la parola è una decisione adottata troppo spesso dal presidente di una terra persa in un delirio di terrore, bocca e occhi invisibili in cui l’ideale di controllo e censura s’incarna.
L’Unità di crisi della Farnesina si è attivata per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani nell’esplosione.
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