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#Nobavaglioturco. La libertà di espressione non si calpesta

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Nel giorno in cui Ceyda Karan e Hikmet Çetinkaya, entrambi editorialisti del quotidiano turco Cumhuriyet, sono tornati in tribunale a Istanbul per difendersi dall’accusa di aver “diffamato pubblicamente i valori religiosi” per aver pubblicato la copertina di Charlie Hebdo dopo i tragici fatti di Parigi, i giornalisti e i cittadini italiani hanno fatto sentire la propria voce in solidarietà ai colleghi turchi. I rappresentanti di Fnsi, Articolo 21, Usigrai, Stampa Romana, Reporter senza frontiere, Amnesty International e Carta di Roma si sono dati appuntamento davanti all’ambasciata della Turchia a Roma per dire “No bavaglio” alla libertà d’espressione e di stampa, ovunque esso sia. “È un orgoglio per la Fnsi – ha commentato il presidente Beppe Giulietti – riprendere la propria tradizione, stando dalla parte di chi non può esprimersi, di chi è imbavagliato. Ovunque. Difendere gli altri significa difendere noi stessi”. “Chiederemo – ha concluso Giulietti – che il governo italiano dica all’ambasciatore turco che ci sono cose che non si possono fare”.

“Abbiamo raccolto l’appello che ci è giunto dai colleghi turchi – ha dichiarato il segretario Fnsi Raffaele Lorusso -. Riteniamo che non si possa, né in Turchia né in nessun altro Paese, calpestare la libertà d’espressione. Esiste un’emergenza informazione e diritto di cronaca in Turchia, ma esiste, sotto profili diversi, anche in alcuni Paesi europei, dove la tendenza generale è quella di concepire disegni di legge che cercano di limitare i giornalisti nell’informare i cittadini. Noi riteniamo che questo sia inaccettabile”.

La dinamica di contrapposizione tra poteri forti e stampa critica spesso si esercita spesso sul servizio pubblico, come successo recentemente in Polonia dove il governo ha messo i media statali sotto stretto controllo. “Come giornaliste e giornalisti del servizio pubblico – ha detto Vittorio Di Trapani, segretario dell’Usigrai – chiediamo alla Rai e a tutti i servizi pubblici europei di dare voce e raccontare le storie di questi colleghi. Di raccontare di tutti quei Paesi nei quali la libertà viene minacciata”. Nel pomeriggio una delegazione ha incontrato il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova per sensibilizzare il governo sull’argomento e presentare il bilancio annuale di Reporter senza frontiere sui giornalisti uccisi, incarcerati e minacciati.


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