Questo lavoro è il frutto della genialità di Gea.
Nasce come un seme, ed in maniera casuale, in una delle tante tappe del tour “Radici Resistenti” per la presentazione di “Emilia Romagna cose nostre – storia di un biennio di mafie in Emilia Romagna”, quando alla giusta domanda “andate nelle scuole?” rispondemmo con sincerità “non quanto vorremmo”.
La scuola è un baluardo molto fragile contro la pubblicità e la demagogia, come affermava Pennac: “La nostra è una lotta impari. Da alcune generazioni, l’offensiva della pubblicità educa i nostri studenti a diventare dei consumatori più che delle menti libere e dei cittadini”. Non di meno noi accettiamo la sfida perché, come Calamandrei, crediamo che la scuola, specialmente quella pubblica, sia la base della democrazia e della Costituzione.
Siamo convinti che la cultura sia il miglior antidoto alle barbarie che ci circondano ed in particolar modo nei confronti della criminalità organizzata.
Ma non è facile riuscire ad essere invitati nelle scuole e quando questo avviene, spesso dopo aver convinto non con poca fatica Dirigenti scolastici ed insegnanti che parlare di mafie è parlare di attualità, nell’impatto con i ragazzi viene a galla un problema di linguaggio, di approccio che rende le discussioni tronche e la condivisione figlia unicamente di esperienze vissute in prima persona dalle famiglie di qualche alunno, sfuggite al nord per evitare la pressione mafiosa. Questo, tuttavia, ancora una volta circoscrive l’ambito della criminalità, ridimensionando a problema individuale un dramma collettivo e alimentando quella teoria assolutoria propria di tutto IL settentrione che la mafia si c’è, ma è un problema degli altri.
Questo fumetto supera il problema di linguaggio, unisce alle parole le immagini, restituisce con pochi segni la realtà di una regione con 11 cosche mafiose in attività e parla per voce di quegli animali vittime anche loro del sistema mafioso, perché quando si cementifica un pezzo di bosco, s’inquina una falda, si sotterrano rifiuti per opere utili solo al riciclaggio di denaro dei clan i primi a farne le spese, tra il disinteresse generale, sono loro.
Quello che avete tra le mani è un lavoro che unisce la generazione di chi ha scritto il dossier a quella di chi lo ha disegnato e diventa un strumento per la terza che andrà a leggerlo.
Diventa anche un impegno ad informarsi ed a informare, a non lasciare che le cose avvengano solo perché era più comodo girarsi dall’altra parte. E’, in definitiva, un patto tra generazioni.
Con l’ ambizione, propria solo ad i sognatori, che chi verrà dopo di noi potrà leggere questo fumetto declinando tutto quello che c’è scritto al passato, così come si fa con un libro di storia.