BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

La Terra dei fuochi e i tumori

0 0

Qualche giorno fa un quotidiano di Torino che è noto in tutto il mondo come La Stampa ha pubblicato un articolo che non ha destato l’interesse che meritava, soprattutto per due ragioni mi pare: riguarda un fenomeno che riguarda un piccolo pezzo del Mezzo giorno, la Terra dei fuochi, la provincia di Caserta, cioè una zona in mano al clan dei Casalesi, degli Iovine e degli  Zagaria, e il divario Nord-Sud non è un’invenzione dei media internazionali ma una questione di bruciante attualità di cui nessuno vuol parlare. La seconda ragione dell’oblio sta nel fatto che non è una buona ma è anzi una cattiva notizia e il miele falso di cui gran parte dei politici al potere ci inonda non  incoraggia la novità delle notizie che mettono in luce quello che nel nostro Paese non va avanti bene, anzi sembra peggiorare sempre di più.

La notizia che emerge dall’articolo de La Stampa è l’incidenza gigantesca dei tumori che in una zona piccola come la Terra dei fuochi continua a verificarsi. Lo ha constatato finalmente anche l’Istituto Superiore della Sanità e le testimonianze crescono ogni giorno.

Il pentito di camorra Carmine Schiavone ha fatto un commento sintetico che nel suo orrendo cinismo dà il senso del dramma e del modo in cui lo vedono quelli che lo hanno provocato:” Che ce ne frega se si inquina la falda acquifera. Noi beviamo acqua minerale.”  L’oncologo Antonio Marfella dice:” Io lavoro all’Istituto dei tumori a Napoli dal 1981. Una volta c’erano solo anziani che venivano a curarsi e a morire. Adesso i letti sono pieni di giovanissimi. E’ un evento che è talmente contro natura che imponeva di comprendere.”  E’ stato lui a far analizzare le greggi avvelenate. Anche i pastori erano stati avvelenati.

E sempre lui a far analizzare a scoprire il livello di diossina nel sangue. Sempre lui a far diagnosticare lo stesso tipo di tumore a Michele Liguori l’unico vigile urbano che lavorava alla questione ambientale del comune di Acerra e che è morto anche lui.  Lo dice anche don Maurizio Patriciello da Caivano che chiede al presidente del Consiglio italiano come capo del governo di “chiedere scusa alle mamme che hanno portato i loro figli al cimitero.” E’ quasi incredibile che nel 2016 si possa assistere, senza nessun intervento del governo nazionale e di quello regionale e locale,  a un’epidemia che colpisce giovani e bambini, che è frutto degli affari di un’associazione mafiosa e  fa più vittime di tutti gli incidenti stradali che avvengono, dei drammi della miseria che pure continuano ad esser presenti, di ogni altra causa possibile. Ed è anche inverosimili che agli altri media, a cominciare da quelli televisivi, non promuovano inchieste e  documenti su una tragedia che rischia di consumarsi nel silenzio e nell’indifferenza.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21