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Dove nascono le disuguaglianze

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Articolo di: L’Osservatore Romano

Mercati finanziari in crisi mentre si aggrava il divario tra ricchi e poveri. Il patrimonio dei 62 supermiliardari nel mondo è aumentato del 44 per cento, mentre il reddito delle fasce più povere è crollato del 41 per cento.

Dal 2010 al 2015 il patrimonio dei 62 supermiliardari nel mondo è aumentato del 44 per cento, arrivando ai 1760 miliardi di dollari. Questo mentre il reddito delle fasce più povere della popolazione è crollato del 41 per cento.

A certificarlo è uno studio dell’Oxfam (ong internazionale che si batte per lo sradicamento della povertà). Il fatto è all’apparenza semplice: a causa della crisi lo squilibrio nella distribuzione della ricchezza aumenta, la polarizzazione dei redditi mina le basi della crescita per i ceti medi, creando sacche di povertà e disoccupazione. Ma è proprio così? Davvero la colpa delle crescenti disuguaglianze va data esclusivamente al mercato, alle speculazioni selvagge, alla globalizzazione e alle rivoluzioni introdotte dalle nuove tecnologie? A queste domande l’Oxfam dà una risposta negativa, suggerendo un’analisi fuori dal coro: sono le grandi imprese che, servendosi dei “paradisi fiscali”, evitano i loro doveri fiscali e quindi sottraggono denaro alle casse degli Stati che invece potrebbero utilizzare quei fondi per promuove piani di protezione sociale, formazione, reinserimento, ecc. Di fronte a un simile scenario diventa essenziale il richiamo a una forma di sviluppo più integrale e sostenibile, come ha sottolineato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, nel suo intervento, ieri a Roma, alla tavola rotonda organizzata dal Global Foundation. È necessario — ha detto Parolin — «mettere il potere creativo dell’intelligenza umana al servizio del bene comune, con spirito di solidarietà e misericordia».

Da perlapace

 


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