RIAD – Si allarga la crisi diplomatica tra Rian a Teheran, a seguito dell’esecuzione in Arabia saudita di 47 persone, tra cui l’imam sciita Nimr al Nimr. Anche il Kuwait, infatti, dopo Bahrain, Sudan ed Emirati Arabi Uniti, ha deciso di richiamare il suo ambasciatore a Teheran, dopo il saccheggio delle sedi diplomatiche saudite nella Repubblica islamica d’Iran.
Una misura che sicuramente avrà delle conseguenze sulle relazioni diplomatiche con la Repubblica islamica, anche se il portavoce del governo iraniano, Mohammad Bagher Nobakht ha affermato il contrario: “La rottura delle relazioni diplomatiche con Arabia saudita, Bahrein e Sudan, Paesi definiti “vassalli” da Teheran, non ha “alcun effetto” sull’Iran”. E poi: “L’Arabia saudita patirà la rottura delle relazioni con l’Iran, anche se un grande paese come Gibuti la sostiene”. E infine: “Condanniamo l’azione disumana, barbara e simile a quelle compiute dell’Isis, qual’è stata l’esecuzione del leader religioso, sceicco al Nimr”.
Nel frattempo la Turchia si è detta preoccupata per la crescente tensione tra Arabia Saudita e Iran ed ha lanciato un appello alla calma e un invito a tornare ad adottare il linguaggio diplomatico per affrontare la questione. “La Turchia invita a mettere fine alle minacce e a tornare a un linguaggio diplomatico, chiedendo cautela reciproca”, si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri di Ankara.