L’urlo elettorale della destra francese ha coperto la Marsigliese della compostezza e della fermezza dei valori repubblicani, risuonata all’indomani dei tragici attentati parigini. Ha vinto la casata Le Pen, rivestendo la paura con l’orgoglio per renderla accettabile.
Il trittico fondante repubblicano “libertè, egalitè, fraternitè” viene rivisto e ristretto dal Fronte Nazionale. Meno libertà in cambio di sicurezza. Meno uguaglianza verso chi ha un’altra religione. Meno fraternità per chi è emarginato. Il faro della Francia si affievolisce, mentre i valori guida della democrazia diventano improvvisamente buonismo anacronistico, rispetto all’emergenza. Con la conferma di un assioma classico della politologia: la paura fa votare a destra o a chiudersi in casa (astensionismo).
Qual è la lezione francese per la sinistra italiana? Anticipare il panico.
Cioè capire che il conflitto più devastante non è religioso, ma fondato sulla disuguaglianza. Il fondamentalismo nei parigini artefici delle stragi attecchisce sul campo arato dalla disperazione a bassa intensità prodotta dal vivere in periferie emarginate, con poca istruzione per immaginare un futuro e la sola violenza per arrangiare un’autostima.
La Sinistra deve rifiutare la cultura dell’indifferenza che degenera improvvisamente in emergenza e ritornare a quella della giustizia sociale fondata sulla programmazione. Con una seria lotta all’evasione per ottenere i fondi necessari a realizzare piani di edilizia sociale non ghettizzanti, scuole accoglienti e aperte anche il pomeriggio; tempi brevi nella sanità e giustizia, valorizzare la collaborazione tra cittadini attivi e militanti in progetti comuni, dando esempi di credibilità dei propri politici con l’autoriduzione di stipendi e privilegi, a favore di interventi a forte impatto simbolico (doposcuola popolari, dentista per poveri, asili per madri in difficoltà, centri di animazione culturale, sport inclusivo, ecc.).
L’unico antidoto alla crescita della destra è la lotta paziente e intelligente alla povertà, materiale e culturale. Soprattutto nei confronti degli adolescenti. Perché la povertà unita alle energie dei giovani diventa frustrazione violenta. Come fare ce lo dice la Costituzione: “rimuovendo gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana” (art. 3, secondo comma).
Insomma, la Sinistra può resistere alla “destra del panico” solo se s’impegna a realizzare la dignità costituzionale.
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