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Turchia: rilasciare i giornalisti in carcere dal 26 novembre

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Amnesty International ha chiesto alle autorità turche di rilasciare i giornalisti del quotidiano Cumhuriyet Can Dündar ed Erdem Gül, in custodia cautelare dal 26 novembre. La loro detenzione costituisce un ulteriore, deplorevole tentativo del governo di Ankara di mettere a tacere le voci dissenzienti all’interno della stampa.

Il 29 maggio il procuratore di Istanbul aveva annunciato l’apertura di un’indagine su Can Dündar – uno dei giornalisti più importanti del paese nonché capo redattore di Cumhuriyet – ed Erdem Gül, capo della redazione di Ankara, per aver pubblicato articoli su un presunto trasferimento segreto di armi a gruppi armati siriani. Due giorni dopo, lo stesso presidente turco Recep Tayyip Erdoğan aveva annunciato alla televisione di stato di aver sporto denuncia penale contro Can Dündar e Cumhuriyet, aggiungendo che i due avrebbero “pagato a caro prezzo” le loro azioni.

Secondo l’inchiesta di Cumhuriyet, nel gennaio 2014 camion appartenenti ai servizi d’intelligence della Turchia carichi di munizioni erano stati fermati presso il confine con la Siria, su richiesta di un procuratore locale, e ispezionati. Fotografie e video delle munizioni trovate nei camion erano state pubblicate nell’edizione online del quotidiano. Le autorità turche si erano difese sostenendo che i camion stavano trasferendo aiuti destinati alla minoranza turcomanna in Siria.

Cinque mesi dopo, i due imputati sono stati posti in custodia cautelare con l’accusa di “aver raccolto e divulgato, con finalità di spionaggio, informazioni che dovevano restare riservate per la sicurezza dello Stato”. Sono anche accusati di sostenere l’organizzazione terroristica chiamata Stato parallelo, che secondo le autorità è formata da sostenitori del predicatore Fetullah Gülen che cercano di rovesciare il governo.

A loro volta, i pubblici ministeri e il comandante della gendarmeria che avevano fermato e ispezionato i camion sono sotto inchiesta per essersi procurati e aver rivelato informazioni segrete riguardanti la sicurezza dello stato, con l’intento di “rovesciare il governo della Repubblica turca con l’uso della violenza e della coercizione”.

Nel recente rapporto intitolato Come abbiamo armato lo ‘Stato islamico’ Amnesty International ha sollecitato la fine di tutti i trasferimenti di armi a gruppi implicati in violazioni dei diritti umani in Siria e ha invitato la Turchia e gli altri stati della regione a migliorare i controlli alle frontiere per impedire flussi illeciti di armi verso la Siria. Anziché prendere di mira giornalisti e funzionari statali che stavano indagando su possibili trasferimenti di armi, le autorità turche dovrebbero esaminare meglio la situazione per garantire che non vi siano più forniture illecite verso la Siria.

Secondo Amnesty International, il processo contro Can Dündar ed Erdem Gül costituisce un attacco al diritto alla libertà di espressione e un esempio della crescente pressione esercitata dal governo turco sui giornalisti. Si tratta di uno dei tanti casi in cui la vastissima legislazione antiterrorismo viene impiegata per punire chi critica il governo. I giornalisti non dovrebbero essere incriminati per il mero fatto di aver svolto il loro lavoro raccontando fatti di pubblico interesse. Amnesty International chiede alle autorità turche di rilasciare immediatamente i due giornalisti e di far cadere ogni accusa contro di loro.


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