MOSCA – Non è passata inosservata la frase del presidente russo Vladimir Putin, il quale si augura che non sia necessario ricorrere alle armi nucleari nella guerra contro lo Stato islamico.
In un incontro al Cremlino con il ministro della Difesa Sergey Shoigu, che lo ha aggiornato degli ultimi sviluppi delle operazioni russe in Siria contro l’Is, Putin ha detto: “Dobbiamo analizzare tutto quello che avviene sul campo di battaglia, come funzionano le armi”.
Al momento, ha sottolineato, “i Kalibr (missili da crociera lanciati dalle navi) e i KH-101 (missili da crociera sparati dagli aerei) si sono dimostrati moderni ed altamente efficaci e adesso lo sappiamo per certo, sono armi di precisione che possono essere dotate di testate convenzionali e speciali, vale a dire nucleari”. “Naturalmente – ha concluso – questo non è necessario quando si combattono i terroristi e io spero che non lo sarà mai”. Ma di fatto questa evocazione ha scosso gli animi.
Non a caso il segretario di Stato Usa John Kerry ha annunciato che sarà a Mosca la settimana prossima per incontri con i vertici russi, con l’obiettivo di una accelerazione verso la fine della guerra in Siria. L’annnuncio arriva proprio sulla scia di nuove tensioni tra Usa e Russia, dopo la decisione americana di ospitare un nuovo incontro del Gruppo di Supporto Internazionale Siriano (International Syrian Support Group) a New York il prossimo 18 dicembre, appuntamento che Mosca potrebbe boicottare se dall’incontro in Arabia saudita delle diverse fazioni dell’opposizione dovesse uscire un piano inviso ai vertici russi. Kerry ha detto che a Mosca incontrerà il presidente Vladimir Putin e il collega russo Sergey Lavrov, che tra l’altro dovrebbe
quantomeno “incrociare” a Roma nel fine settimana, dato che il ministro russo sarà in visita venerdì 11 dicembre.