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Le due Le Pen potrebbero diventare le prime presidenti di regioni dell’estrema destra

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Mai come questa volta, la vigilia elettorale è calda per la famiglia Le Pen (Marine e sua nipote Marion). Le urne di tutta la Francia si sono aperte alle 8 di stamane e gli elettori chiamati a votare sono 44 milioni e 600 mila. Inoltre si tratta senza dubbio alcuno dell’ultimo test di rilievo prima delle elezioni presidenziale i del 2017 in cui Hollande dovrà affrontare la leader del Front National in u no scontro dall’esito piuttosto incerto.  I sondaggi per quel che valgono, e non si sa mai quale sia quel valore se si guarda al passato anche recente, danno il partito di estrema destra in vantaggio in sei sulle tre dici regioni che formano il paese transalpino e le due Le Pen potrebbero diventare nei prossimi giorni, a scrutini ultimati, le prime presidenti di regioni dell’estrema destra, rispettivamente in quella dell’estremo Nord-Pas de Calais e in quella all’estremo sud, la Provenza-Alpi-Costa Azzurra, attaccata all’Italia.

Indietro appaiono i socialisti di Francois Hollande malgrado un certo ricupero di popolarità del presidente attuale. Hollande ha votato presto a Tulle ed è subito ripartito per la capitale mentre Marine Le Pen ha votato in una scuola di Hènin-Beaumont, feudo del Front National nel nord della Francia che deve vincere su l’ex ministro Xavier Bertrand repubblicano di destra e il candidato socialista Pierre de Santignon in una regione che è stata quasi sempre di sinistra. Il sistema elettorale è proporzionale di lista a due turni con un premio di maggioranza. I consigli regionali sono entità formate da assemblee nelle quali si adottano decisioni che riguardano principalmente lo sviluppo economico dei territori ed hanno un ruolo fondamentale nella pianificazione e nel finanziamento dei trasporti pubblici.  Marine Le Pen sa che importante, o meglio decisivo, nella lotta che la opporrà ad Holland nel 2017 è l’egemonia culturale in Francia e perciò utilizza intellettuali e polemisti come Alain Finkielkraut e Michel Onfray (talvolta loro malgrado) e i suoi avversari a cominciare dall’ex presidente Sarkozy si trovano in difficoltà.  L’ex presidente riprende i temi imposti dal Front National e Hollande si è concentrato sul tentativo di risanare i conti pubblici e sull’economia ma ha quasi abbandonato- se si esclude la battaglia per i matrimoni di tutti i cittadini, senza distinzioni di sesso- la battaglia delle idee.


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