Squadra di calcio a cinque femminile di Locri: prima gli avvertimenti, poi le minacce al presidente e ai suoi collaboratori, infine la chiusura imposta dalla ‘ndrangheta ed eseguita per manifesta solitudine dei minacciati.
Ministro dell’Interno,
questa vicenda è diventata emblematica della sfida della criminalità organizzata allo Stato di diritto, che non può soccombere a causa della onestà disorganizzata. Occorre che il Ministero dell’Interno reagisca a questo evento con la stessa intensità di altre questioni legate alla sicurezza, dispiegando visibili presìdi, scorte e azioni di intelligence, per colpire i colpevoli e far capire a chi attenta alla serenità di un’intera comunità, che lo Stato risponde con convinzione, quando sono a repentaglio valori costituzionali di sovranità.
La squadra di calcio a 5 di Locri deve continuare a giocare il campionato, per dare un forte segnale di legalità a chi pensa di poter imporre la legge della forza per sovvertire la forza della legge. A costo di commissariarne la guida mentre si studiano le soluzioni del caso, facendone così una questione di principio nazionale e un forte gesto simbolico locale, in una terra – la Calabria e la Locride in particolare – che ha sempre patito il disinteresse del governo centrale verso le cause profonde del proprio degrado sociale.
Ministro dell’Interno,
come cittadini profondamente convinti dell’indissolubilità di legalità e democrazia, chiediamo un suo tempestivo segnale di attenzione e mobilitazione, per non lasciare a questa Isis domestica altre occasioni di arrogante sopraffazione e ribadire invece vicinanza solidale, concreta a chi vive l’affronto della violenza e lo sconforto dell’indifferenza. Incoraggiando così la mobilitazione di tutte le forze sane del Paese e della Calabria, che ci sono, operano, ma vanno sostenute in questi momenti fondamentali di verifica collettiva della coesione sociale. Che possono fare la differenza nella mentalità diffusa tra l’affermazione di una nuova fiducia nello Stato o la tragica conferma della sua assenza e dell’impotenza degli onesti.
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