“L’osservanza letterale dei precetti é qualcosa di sterile, se non cambia il cuore e non si traduce in atteggiamenti concreti: aprirsi all’incontro con Dio e alla sua Parola nella preghiera, ricercare la giustizia e la pace, soccorrere i poveri, i deboli, gli oppressi..”. Queste sono parole di Papa Francesco e, significativamente, accompagnano e segnano il libro “Bergoglio sfida globale”, Castelvecchi editore, scritto da Riccardo Cristiano, autorevole e appassionato vaticanista del giornale radio della Rai.
Sfida globale perché Francesco ha scelto di ripercorre le strade del Vangelo e di portare il messaggio nelle periferie più oscurate e cancellate dalla geografia politica e mediatica.
“I miei confratelli sono andati a prendere il Papa alla fine del mondo..” disse scherzosamente Francesco nel suo primo discorso dal balcone di Piazza a San Pietro, ma lui ne ha fatto un tratto distintivo della sua pastorale, portando se stesso e la Chiesa davvero alla riscoperta delle periferie dimenticate, esistenziali e fisiche.
Nella sua sfida globale non c’è nulla che assomigli alle antiche crociate e neppure alla “reconquista”, ma la dolorosa convinzione che milioni e milioni di esseri umani vivono ai margini dello sviluppo, ridotti a scarti, ai quali é stato sottratto anche il diritto alla speranza.
Per questo Riccardo Cristiano parla di “sfida globale”. Perché deve convincere tutta la Chiesa a seguirlo, perché vuole ripristinare le ragioni dell’ascolto e del dialogo con le altre religioni, perché vuole riportare al centro dell’attenzione il tema della povertà e della ” Sequela Christi” intesa come scelta di seguire le sue orme e di non abbandonare gli ultimi della terra.
Riccardo Cristiano, nel delineare le tappe di questa sfida, non tralascia la descrizione, puntuale e documentata, delle resistenze e delle opposizioni che Francesco incontra, dentro e fuori la Curia romana.
Riforma dello Ior, Sinodo sulla famiglia, le aperture ai divorziati, il dialogo con l’Islam, le sofferenze provocate dai “corvi” che tentano di inquinare il progetto di riforma, questi alcuni dei capitoli che scandiscono un libro che affonda la sua solidità nella accurata lettura e ricostruzione dei testi e del contesto, senza nulla concedere al sensazionalismo e alla dietrologia di maniera.
Cristiano sceglie la via della profondità per tentare di comprendere un Papa che ha affidato la sua “rivoluzione” non tanto alla modifica della dottrina, quanto al gesto, alla capacità di rimettere al centro valori che erano rimasti ai margini quali l’accoglienza, l’inclusione, l’apertura verso diversità e differenze, l’opzione verso i poveri.
Da qui l’accuratezza ricostruzione dei viaggi in Sud America, in Africa, ma anche la scelta di andare ad Assisi e a Lampedusa, quasi una prefazione anticipata ai temi dell’enciclica e al Giubileo della Misericordia.
La “sfida globale” di Bergoglio, per riprendere il titolo del libro, é una sfida ai luoghi comuni, alle pigrizia, alla superbia di chi pensa che il proprio stile di vita e il proprio modello economico e sociale sia l’unico mondo possibile. Le pagine di Riccardo Cristiano ci aiutano a comprendere perché Francesco, in questo assai simile al Santo di Assisi, susciti tanta preoccupazione nelle oligarchie di ogni segno e colore e sia invece così amato da milioni e milioni di persone, ad ogni latitudine, “Popolo di Dio” e non solo.
Da segnalare, infine, la delicatezza e il garbo delle pagine che Cristiano ha voluto dedicare al suo amico Padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita sequestrato in Siria da oltre due anni.
Padre Paolo è stato ed è un uomo di pace, un costruttore di ponti, un instancabile tessitore di incontro e di dialogo, uno di quelli che certamente sarebbe piaciuto a questo Papa.
Vogliamo sperare che, quanto prima, Francesco possa riabbracciare Padre Paolo e arruolarlo nella schiera di quelli che sono davvero impegnati a realizzare la sua “sfida globale”.