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La profonda ingiustizia dei privilegi della casta

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E’ moralmente abietta e grida vendetta l’esistenza di vitalizi che vengono corrisposti a consiglieri regionali o parlamentari con regole ormai non più condivisibili ed in alcuni casi senza limiti di età e per qualsiasi durata del loro incarico. I nostri amministratori hanno trovato il modo di deviare il sistema dei diritti acquisiti e le aspettative di decine di milioni di italiani, trincerandosi dietro l’intoccabilità di privilegi assolutamente ingiustificati considerato il periodo di profonda crisi economica che la nostra società attraversa.

Non dimentichiamoci che recentemente la Consulta ha sancito la restituzione ai pensionati delle somme che riguardavano l’adeguamento al costo della vita tolto nel 2011 a chi prendeva più di 1450 euro mensili perché lo Stato avrebbe dovuto sborsare 18 miliardi di euro cosa che il Governo non ha fatto. Resta il dato oggettivo ed inconfutabile che dai pensionati lo Stato ha ricevuto un contributo “illegale” di 18 miliardi di euro per risanare i conti e per pagare molti dei privilegi esistenti. Ritengo che questa situazione sia profondamente ingiusta e chi percepisce vitalizi non coperti da una giusta contribuzione è di fatto un improduttivo qualunque sia la sua appartenenza politica e dunque la sua posizione debba essere parificata a quella di un semplice cittadino.

Naturalmente c’è differenza tra chi ha versato tutti i suoi contributi e chi invece prende un vitalizio cospicuo per soli due mesi di carica in Regione. Sullo sfondo di questa verità storica tutta italiana dei parassiti che succhiano i soldi pubblici c’è, però, un problema oggettivo: l’Italia ha la spesa pensionistica più alta dei Paesi del G8 (Giappone incluso). Con l’aumento dell’aspettativa di vita ovvero con la crescita del numero degli anziani la situazione si aggraverà notevolmente. Il problema di fondo resta legato al numero di anziani che nel futuro dovranno essere mantenuti dai lavoratori attivi. Soluzioni facili non ci sono. A noi pare interessante il “piano Boeri”, purtroppo già bocciato dal Governo Renzi, che prevede tra le altre cose un reddito minimo per le persone con più di 55 anni rimaste senza impiego, un taglio per le pensioni retributive sopra i 3.500 euro e la possibilità di andare in pensione in anticipo rinunciando a una parte della propria pensione.

Questo progetto comporterebbe un risparmio non proprio modesto, in confronto alle esigenze del bilancio statale, considerando il piccolo universo che verrebbe interessato: un centinaio di milioni di euro. Ciò significa che l’esborso pubblico per i vitalizi parlamentari e regionali, oggi pari a 400 milioni di euro, si ridurrebbe di un quarto. Si tratterebbe di una iniziativa senza precedenti ed un esempio lodevole offerto ai tanti cittadini italiani che di fatto soffrono la fame. Il taglio dei vitalizi per legge è forse l’unica strada percorribile. Ma certo non si presenta in discesa. Già vediamo il diluvio di ricorsi per aver lo Stato leso i diritti acquisiti, come accaduto già in alcune regioni. Comunque se la Giustizia in questa Nazione è ancora un valore fondante occorre agire subito e senza esitazione alcuna per abrogare questi assurdi privilegi.

Vincenzo Musacchio. Giurista e docente di diritto penale in varie Università italiane ed estere


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