80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Iraq: 435 giornalisti ammazzati dal 2003

0 0

Dal 2003 sarebbero 435 i giornalisti iracheni ammazzati dai terroristi, negli scontri a fuoco, mentre stavano tentando di documentare gli episodi di violenza e di saccheggio. La denuncia è arrivata dal sindacato dei giornalisti iracheni che ha denunciato come, nel solo 2015, siano stati uccisi 29 cronisti.
20 di loro sono caduti sotto i colpi dell’Isis, nell’area di Mosul; altri 6 hanno perso la vita durante gli scontri con le milizie jihadiste, mentre altrettanti sono stati sequestrati.

I giornalisti iracheni, impegnati da anni in un faticoso lavoro di ricostruzione civile e professionale, puntano il dito contro le truppe di occupazione e il mal governo, cui si imputa un eccesso di indolenza e superficialità. Le istituzioni si sono infatti rivelate incapaci di tutelare una stampa che voglia e possa svolgere un ruolo critico, libera di raccontare senza censure gli errori, le violenze di stato, così come il mancato rispetto dei diritti civili e politici.

Le stesse cifre arrivano dalla Siria, dove decine e decine di cronisti hanno perso la libertà e spesso anche la vita, a causa delle bombe e dei proiettili sparati dal regime di Assad e dalle milizie dell’Isis. Ben 35, invece, sono le violazioni gravi denunciate dalla Federazione europea dei giornalisti e relative alla Turchia di Erdogan, dove, sotto lo sguardo complice di troppi paesi europei, si stanno consumando arresti, processi farsa, condanne, chiusura di giornali e di emittenti considerate ostili al governo.

Questi numeri, spaventosi, dovrebbero indurre i governi occidentali a non chiudere gli occhi e a non barattare la necessità di stringere alleanze contro i terroristi con le libertà dei giornalisti e di chi, in quei paesi, rivendica i diritti politici e civili. Sarà bene non dimenticare mai che la stragrande maggioranza dei giornalisti colpiti sono di religione musulmana e rappresentano quella parte di opinione pubblica che tenta di non restare imprigionata nello scontro tra regimi autoritari e l’Isis.

Abbiamo giustamente protestato contro i boia che hanno insanguinato la redazione di Charlie Hebdo; non dimentichiamo di alzare la voce anche quando, sotto i loro colpi, muoiono colleghe e colleghi che, ogni giorno e ad ogni ora, rischiano davvero la vita per contrastare oscurità, oscurantismi e “Bavagli insanguinati”


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21

Articolo21
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.