Intimidazioni al calcio femminile di Locri, la solidarietà di Coni e Figc

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Bene la solidarietà di Coni e Figc alla squadra di calcio femminile di Locri. Non e’ la prima volta che il mondo dello sport deve scendere in campo per partite contro la violenza della malavita organizzata.Va fatto senza se e senza ma e di norma viene fatto. Anche il prefetto di Reggio Calabria ha disposto, si legge nelle cronache, “adeguate misure di protezione‎”. Anche qui siamo al doveroso. Va trovata, però, una forma di reazione che non sia semplice difesa, solidarietà che serve alle vittime, senza tuttavia scalfire i malfattori. Occorre una difesa più attiva che sappia di mobilitazione. Penne e telecamere possono guidare questa forma di forte presenza civile, illuminando le realtà criminali, svelandone i traffici loschi, coadiuvando gli sforzi della magistratura con un racconto che faccia suscitare una reazione sociale. E questo lavoro assorbirebbe anche le perplessità, sorte nelle ultime ore, sulle ragioni che possano aver indotto la criminalità a porre in essere intimidazioni  tese ad impedire ad una squadra femminile di calcio a 5 di giocare. In effetti non è semplice trovare una spiegazione, vista l’assenza di un interesse economico, senza il quale,  in genere, boss o malviventi sciolti non si muovono.
Comunque sia,Coni e Figc hanno acceso dei riflettori. Ora c’e’ un campo illuminato, lo Sporting Locri, ribadisce il presidente, non se la sente di giocare la sua partita (la speranza di tutti è quella di un ripensamento ). Perché noi giornalisti non giochiamo la nostra?

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