Bambini strappati alle acque e il titolo: Porta Chiusa! Il manifesto narra dei sei bambini morti ieri nel miglio di mare tra le isole turche di Cesne e Chios. Nessuno li ha soccorsi. Francia e Germania hanno chiesto all’Europa di ridurre l’afflusso dei migranti. La Francia, che ha già sei milioni di immigrati musulmani, la Germania che conterà solo quest’anno quasi un milione di arrivi. Imputate Grecia e Italia, paesi nei quali i profughi sbarcano, non vengono identificati e passano via. Hanno i loro motivi Francia e Germania, ma cosa propongono, loro che si chiamavano locomotiva d’Europa? Chiedono all’Europa di chiudere la porta, alla Turchia di tenersi i profughi siriani, a Frontex di ricacciare bambini, donne e uomini neri fin sulle coste della Libia, per darli in pasto a guerre e soprusi tribali. Apprendisti stregoni. In America Donald Trump ripesca il motto che usava da imbonitore, you’re fired, e, come Le Pen, grida “Basta islamici negli Usa”. Obama replica: “vergogna”. Protestano Onu, Cameron, Valls. Si vergognano di lui pure molti repubblicani ma il miliardario, candidato alla candidatura, vuol chiudere persino internet e vola nei sondaggi. Nessuno stupisca, è il cuore nero dell’Occidente: ha fatto più vittime di qualunque jihad.
Una donna si copre il volto con una maschera, in prima sul Financial Times. “Coprifuoco per troppo inquinamento”, scrive il Corriere. Pechino chiude le scuole, ferma le auto, lancia il primo allarme rosso perché si soffoca per lo smog. Da mesi il partito al potere ha tirato il freno alla crescita. Non basta ancora per rendere vivibile l’ex Celeste Impero, ma ha già conseguenze disastrose sull’economia mondiale. “Fermata Cina e venti di guerra, così in borsa torna la paura”, Repubblica. “Il petrolio affossa i listini, Milano perde il 2,26%” Sole24Ore. Uno dei protagonisti della guerra del petrolio, l’Arabia Saudita, sta intanto cercando di costruire “l’armata saudita anti Russia, in Siria”, la Stampa. Riyād non ha invitato i Curdi, perché l’alleato Erdogan li teme e li combatte. Ha voluto invece Ahrar al-Sham, gruppo salafita filo turco e Jaysh al-Islam, che sogna uno stato islamico e una Shari’a integralista ma senza Al Bagdadi. Contro il quale si muoveranno, tra non molto. truppe di terra curde (e yazide e cristiane), truppe sciite organizzate dall’Iran, alawite sotto la direzione e con il sostegno dell’armata russa, truppe sunnite teleguidate da Riyad. I foreign fighter del Califfo potrebbero, molto presto, dover battere in ritirata. Cosa accadrà dopo, dipenderà dalla capacità di Obama e Putin di parlarsi e dalla resistenza che un’Europa rinsavita saprà opporre alle mire sul Medio Oriente del sultano turco e dei sovrani sauditi.
Votare Podemos è regalare il voto a Rajoy, dicono all’unisono il giovane leader socialista Sanchez e il vecchio Gonzales. Per le politiche in Spagna si vota il 20 dicembre. In Francia i socialisti sperano, domenica, di recuperare parecchie regioni -e fra queste quella di Parigi, l’ile de France (ne scrive Bernardo Valli)- sommando i voti di tutte le sinistre che, sulla carta, sono più sia di quelli di Sarkozy che di Le Pen. Marsiglia, Lille, Strasburgo, regioni dove la disoccupazione è più forte, dovrebbero comunque finire nelle fauci del Front National. Ora i giornali ammettono che in Francia: “non è il terrorismo ma la crisi l’arma di le Pen”, la Stampa. E in Italia anche i sindaci arcobaleno, Pisapia, Doria, Zedda invitano la sinistra a riunirsi e non dividersi. Quando, come? Il 7 febbraio si vota per le primarie a Milano: Renzi sosterrà Sala, candidato ideale del Partito della Nazione. Secondo Stefano Folli, Pisapia sosterrà “a spada tratta” Francesca Balzani e, tra un sorriso e l’altro, si preparerà a contendere a Renzi la leadership della sinistra.