BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Il caso Banca Etruria e gli avvisi delle società quotate Lorusso: “Un errore abolire l’obbligo di pubblicazione”

0 0

La decisione del governo di abolire l’obbligo di pubblicare sui quotidiani gli avvisi delle società quotate in borsa non piace al sindacato dei giornalisti. “È un errore – commenta il segretario generale, Raffaele Lorusso – che rischia di creare danni ai risparmiatori e sottrae risorse al mercato dell’editoria, ancora alla ricerca di una ripresa stabile dopo la lunga recessione”.

Il segretario generale Raffaele Lorusso interviene sulla decisione del governo di abolire l’obbligo di pubblicare sui quotidiani gli avvisi delle società quotate: “È un errore che può provocare danni ai risparmiatori. E la vicenda di Banca Etruria lo dimostra”, dice Lorusso auspicando che il governo, “recependo peraltro il parere della commissione Industria del Senato, riveda il decreto legislativo numero 235, con il quale ha stabilito che l’obbligo di trasparenza che le società quotate hanno nei confronti degli investitori può essere assolto con la sola pubblicazione on line. Purtroppo, così non è perché c’è una larga parte di piccoli risparmiatori, soprattutto quelli più avanti con l’età, che non hanno alcuna confidenza con la rete”.
Lorusso evidenzia poi come da questo punto di vista “il caso di Banca Etruria sia emblematico. Infatti – prosegue il segretario generale -, nel 2013, l’avviso pubblico prescritto dalla CONSOB con cui si mettevano in guardia i risparmiatori dall’alto rischio dell’investimento in quel tipo di obbligazioni fu pubblicato sul solo sito web. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e dovrebbero far riflettere il governo”.
Secondo Lorusso, inoltre: “Fra la pretesa delle società di non essere obbligate a pubblicare gli avvisi sui giornali, assurda e ingiustificata visto che i costi sono comunque contenuti, e l’esigenza di tutelare i risparmiatori il governo dovrebbe scegliere la strada dell’informazione trasparente e capillare che soltanto i quotidiani possono garantire”.
“Senza contare – conclude il segretario generale – che, in questo modo, non si sottrarrebbero risorse al mercato dell’editoria, ancora alla ricerca di una ripresa stabile dopo la lunga recessione”.

Da fnsi


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21