Anch’io – come i presidenti, papi, manager, ecc. – ho un mio discorso di Capodanno. Certo, loro avranno folle ad ascoltarli, io la mia coscienza e qualche amico. Il 2016 deve essere l’anno dei doveri.
Si parla sempre di diritti ed è giusto farlo, ma senza i contrafforti dei doveri l’architettura sociale non regge. I doveri sono alla base della nostra consapevolezza civile, quelli che determinano il nostro ruolo e le aspettative degli altri nei nostri confronti, due elementi che insieme disegnano la nostra responsabilità. E’ dall’assolvimento dei doveri che nasce la coesione sociale, la fiducia reciproca, la forza di una comunità e la base della sua democrazia. Diritti e doveri non possono mai essere separati, perché sono i due ventricoli che irrorano la convivenza. Non a caso, la Costituzione – dopo i primi articoli fondamentali – affronta la Parte I intitolandola “Diritti e doveri dei cittadini”.
Ma proprio tra i primi articoli, viene stabilito il dovere dei doveri, quello “inderogabile” della solidarietà, politica, economica e sociale (art. 2). L’indifferenza è anticostituzionale. Non solo, ognuno di noi ha il dovere di darsi da fare per realizzare il diritto all’uguaglianza di tutti, rimuovendo gli ostacoli che la limitano di fatto, come l’ingiustizia, la povertà, l’ignoranza. L’indifferenza invece è assenteismo sociale, omissione di uguaglianza. Che lascia campo ai furbi, i famelici nemici della coesione, che contano sull’omertà sociale, per dedicarsi solo all’individualismo della spoliazione.
Auguro a tutti noi di ritrovarci nella fatica dei nostri doveri. Non per costrizione, ma per convinzione. Non con narcisismo morale, ma con normalità laica.
Per condividere la nuova dignità sociale che sapremo riconoscerci. E riscoprire insieme l’energia solidale che alimenta la democrazia di tutti. E dà senso alla vita di ognuno.
Buon Anno.
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