Gli infortuni mortali sul lavoro in Italia – nell’anno in corso – hanno superato un apice mai superata prima, raggiungendo il numero di 988 morti a metà dicembre in modo da superare sicuramente il numero di mille alla fine del mese e dell’anno. E in questo dato non ci sono i carabinieri, i poliziotti, i soldati e i vigili del fuoco perché la statistica è compilata dall’Inail che tiene conto soltanto dei suoi assicurati. E persino i giornalisti che si infortunano o muoiono sul lavoro non sono compresi nei dati dell’Istituto. Eppure l’Inail per dieci anni ha detto che le morti sul lavoro erano in forte calo. E infine va anche ricordato che 999 morti sul lavoro non sono le morti sul lavoro effettive, delle denunce che arrivano all’Inail ma bensì sono i lavoratori che sono stati riconosciuti morti sul lavoro, sulle denunce che sono arrivate all’Istituto entro il 30 ottobre 2015. Se avessimo fatto un calcolo anno per anno avremmo scoperto che il calcolo dice.
Anno 2010: Denunce per infortunio mortale 1501, infortuni mortali riconosciuti 997, in istruttoria 2; Anno 2011: Denunce per infortunio mortale 1387, infortuni mortali riconosciuti 895 ,in istruttoria 0; Anno 2012: Denunce per infortuni mortali 1347, infortuni mortali riconosciuti 851, in istruttoria 5; Anno 2013: Denunce per infortunio mortale 1215, infortuni mortali riconosciuti 710; in istruttoria 2; Anno 2014: Denunce per infortunio mortale 1107, infortuni mortali riconosciuti 662, in istruttoria 26. La cosa che stupisce è che dal 2010 al 2014 ( i dati definitivi del 2015 verranno resi noti nel 2016) ogni anno circa 500 infortuni mortali non sono stati ricono sciuti come tali .
Questa discrasia un ente pubblico come è l’Inail dovrebbe spiegarlo. E molte denunce per infortunio mortale degli anni dal 2012(5) al 2013(2) e 2014(26) sono tuttora in istruttoria. “L’osservatorio indipendente di Bologna ci dice che dal 1 gennaio 2015 al 5 dicembre 2015 ci sono già stati oltre 1300 morti sul lavoro-scrive oggi Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Firenze-e probabilmente a fine anno si passeranno abbondantemente i 1400 morti sul lavoro. Io credo che in un Paese che si definisce civile il governo dovrebbe dare finalmente risposte concrete perché non è civile che ogni anno oltre 130 lavoratori perdano la vita lavorando per portare a casa il pane quotidiano.” Non si può che concordare con quello che ha detto Bazzoni e attendere dall’esecutivo una risposta che ancora manca.