“La vicenda di Francesco Viviano, giornalista di Repubblica condannato dal tribunale di Lecce ad un anno di reclusione, ripropone l’urgenza di affrontare – anche a prescindere dal caso in questione – il problema del carcere per i giornalisti, ancora previsto nel nostro ordinamento”. Lo affermano, in una nota, il presidente e il segretario generale della FNSI, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso.
“Come sottolineato dal comitato di redazione e dalla direzione di Repubblica – osservano Lorusso e Giulietti -, chi esercita il diritto di cronaca nell’interesse esclusivo dei cittadini ad essere informati e nel rispetto della verità dei fatti non può rischiare il carcere. Si tratta di un’anomalia tutta italiana, più volte stigmatizzata anche dagli organismi internazionali. A tal proposito, sarebbe auspicabile che il Parlamento desse seguito alla richiesta dell’Unione europea di depenalizzare il reato di diffamazione a mezzo stampa. La proposta di riforma attualmente in discussione non affronta il problema in modo soddisfacente anche perché nulla dice su un altro fenomeno molto italiano, quello delle querele temerarie, una pratica sempre più diffusa e inaccettabile in un Paese civile perché si trasforma di fatto in una forma di intimidazione ai giornalisti e, quindi, di limitazione del diritto di cronaca”.