Sono passati 46 anni da quello che molti considerano il nostro 11 settembre: la strage di Piazza Fontana. Anche oggi, come sempre, Milano ricorderà questa pagina nera della sua recente storia con un corteo con partenza alle 15.30 e arrivo in piazza fontana dove alle 16.37 ci sarà la posa delle corone e poi gli interventi ufficiali.
Rimarrà una strage impunita quella della Banca dell’Agricoltura anche se la Cassazione ha riconosciuto che fu organizzata da una cellula di Ordine Nuovo. Quindi una strage fascista, come sempre sostenuto da chi (coraggiosi giornalisti in primis) misero subito in dubbio la matrice anarchica che alterò le indagini e portò alla morte di Giusppe Pinelli, quella che si può considerare la diciottesima vittima di Piazza Fontana.
Se ormai è difficile sperare in una verità giudiziaria, quella politica e storica ormai sembra consolidata. La stessa che Pasolini scrisse (sul Corriere della sera, che chissà se oggi ripubblicherebbe un articolo del genere) nel celebre “Che cos’è questo golpe?”: “Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. (…). Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero”.
Anche noi sappiamo. E non dimentichiamo. Non dimenticheremo. Ad maiora