Domenica 29 novembre, a Perugia centinaia di persone prenderanno parte al “Pranzo della Pace”, un piccolo viaggio alla scoperta dei sapori di Gerusalemme e della terra di Palestina accompagnato da musica, poesie, testimonianze, riflessioni e immagini, per celebrare la Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
Di Elisa Marincola
Domenica 29 novembre, l’Onu celebra la Giornata internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese. Ma la Palestina, almeno in Italia, sembra una realtà cancellata, o, ed è peggio, talvolta le notizie che arrivano da quella terra vengono affiancate alle cronache dell’IS. Eppure, questa amnesia collettiva è anche un altro degli effetti devastanti del terrorismo del Califfato, e, in generale, della crisi, economica, politica, culturale in cui viviamo ormai da quasi dieci anni.
Questa nostra amnesia, come gli attacchi del terrorismo islamista, rischia però di contribuire a far degenerare una situazione già oltre il livello di guardia. Si parla sui nostri media di terza Intifada, poco si racconta di come si è arrivati a questa nuova fase di crisi (che nei fatti è solo un rinfocolarsi di tensioni mai sopite), delle responsabilità politiche, mai si riportano le storie dei protagonisti dei singoli episodi come la stessa vita quotidiana che si intreccia alla più assoluta disperazione, soprattutto dei più giovani, privi di qualsiasi speranza in un futuro migliore. Una disperazione raccontata magistralmente, qualche giorno fa nel reportage da Hebron di Francesca Borro sulle colonne del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, rilanciato in Italia da Internazionale.
( http://www.internazionale.it/reportage/2015/11/22/hebron-giovani-cisgiordania )
Qualche tempo fa, partecipando a una tavola rotonda, ho avuto modo di confrontarmi con la giornalista israeliana Amira Hass, redattrice di un altro quotidiano israeliano Haaretz e collaboratrice di Internazionale. Amira Hass da molti anni vive a Ramallah per scelta e nonostante, come lei stessa racconta, la disapprovazione di molti suoi connazionali. E spiegava a noi, increduli europei vittime di una prospettiva distorta dal mito della pacificazione, come per lei, e per la stragrande maggioranza dei palestinesi ma anche di molti israeliani contrari all’attuale politica del governo di Tel Aviv, la parola “pace” sia un’aberrazione da rifiutare, insieme ad altri termini ad essa connessi, almeno nella storia della questione israelo-palestinese. Tra questi meritano di essere citati Oslo (per gli accordi firmati nel 1993 e mai completati), ma anche le parole negoziati, tregua, percorso (quello che israeliani e palestinesi avrebbero dovuto compiere verso una soluzione del conflitto e che non è mai sfociato però neanche sulla carta nella creazione di un Stato sovrano indipendente), e così via.
Sono passati sessantotto anni, dal giorno in cui l’Assemblea Generale dell’Onu, con la Risoluzione 181 del 1947, istituiva in Palestina uno “Stato ebraico” e uno “Stato arabo”, assegnando alla città di Gerusalemme uno speciale status internazionale gestito dalle Nazioni Unite. Finora è stato creato solo Israele. Lo Stato di Palestina ancora no, anche se la sua bandiera sventola davanti al Palazzo di vetro delle Nazioni Unite a New York.
Il mondo appare indifferente a quanto accade in quelle terre (a tutt’oggi, sono oltre 90 i palestinesi e circa 20 gli israeliani morti dall’inizio di ottobre, secondo BBC News). La Giornata di domenica celebrata dall’Onu ci costringe almeno a parlarne. E da Perugia arriva una iniziativa che non è una semplice manifestazione, ma un momento per conoscere un popolo nel suo dramma quotidiano, ma anche attraverso la sua cultura: il “Pranzo della Pace”, che si terrà a partire dalle 12 al CVA di Pretola, alle porte del capoluogo umbro, sarà un piccolo viaggio alla scoperta dei sapori di Gerusalemme e della terra di Palestina accompagnato da musica, poesie, testimonianze, riflessioni e immagini. Sarà una importante occasione per ritrovarsi assieme dopo i tragici fatti di Parigi (e del mondo), stringersi attorno a tutte le vittime di queste tragedie e riflettere su quello che sta accadendo e su quello che possiamo fare noi.
Il “Pranzo” si svolgerà a poche ore dell’apertura della Conferenza dell’Onu sul Cambiamento Climatico Cop21 di Parigi e ci consentirà di partecipare alla Marcia Globale per il Clima che il 29 novembre darà voce a tutti i popoli della terra e al diritto di vivere in un clima di pace.
Per saperne di più: http://www.perlapace.it/index.php?id_article=11288