Lo scorso lunedì 9 novembre è stata pubblicata la notizia della querela per diffamazione che l’imprenditore Andrea Bulgarella ha depositato a carico di Rino Giacalone (nella foto), giornalista referente del circolo di Trapani dell’associazione “Articolo 21”, associazione a favore del principio della libertà di manifestazione del pensiero sancito dall’articolo 21 della Costituzione.
Non possiamo che fare nostre le osservazioni pubblicate lo stesso 9 novembre dalla redazione di ItacaNotizie.it, testata online trapanese a cui collabora Rino Giacalone: «esistono tanti altri strumenti (a cominciare dal diritto di replica) per intervenire laddove si ritiene di essere stati danneggiati da un articolo non preciso o da un ricostruzione poco centrata. Siamo fermamente convinti che le querele contro i giornalisti dovrebbero essere limitate a casi in cui la volontà persecutoria nei confronti di un soggetto sia particolarmente grave ed evidente, o quando il ricorso agli altri strumenti sia inopinatamente negato dalle redazioni coinvolte. Tutto il resto ci sembra dettato più dalla volontà di imbavagliare i giornalisti che da quella di far prevalere una ricostruzione più accurata dei fatti».
Per questo esprimiamo solidarietà al giornalista Rino Giacalone, già oggetto in passato di simili querele, a prescindere dal contenuto delle sue affermazioni. Ma c’è di più. Il 2 novembre Pisainformaflash, organo di comunicazione della Giunta comunale di Pisa, scriveva: «Adesso [Bulgarella] chiederà il conto a chi lo aveva già condannato. Lo scandalo delle intercettazioni telefoniche pubblicate dalla stampa. Malgrado il Tribunale, Bulgarella esce distrutto dalla campagna mediatica e politica contro di lui».
http://www.pisainformaflash.it/notizie/dettaglio.html?nId=24391
Dato che nessun giornale aveva al tempo riportato una simile notizia con questo risalto (ovvero che Bulgarella avrebbe “chiesto il conto” ai giornalisti), si tratta di un’esclusiva della testata pisana, che testimoniava una precisa scelta editoriale.
Con quelle affermazioni l’Ufficio stampa del Comune di Pisa sembrava giustificare in anteprima il ricorso a uno dei più odiosi strumenti dei potenti per far tacere la stampa libera. Chiediamo conto di quelle affermazioni al Sindaco Filippeschi e alla Giunta comunale di Pisa, in primis all’Assessore alla Legalità Marilù Chiofalo. Siamo sicuri che giustificare l’attacco a un giornalista – già bersaglio di una querela da parte della vedova del capomafioso Mariano Agate – sia un buon servizio per una corretta cultura della legalità?
Una Città in Comune – PRC
Francesco Auletta
Marco Ricci