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Sangue caldo delle vittime, sangue freddo della politica

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L’Europa non può avere un esercito comune, se prima non ha una Costituzione comune. Scavalcare la fase politica con l’albi di contribuire così al processo di unione non è una scorciatoia, ma una deviazione. E’ la lezione che abbiamo imparato con l’adozione della moneta comune, avvenuta senza predefinire obiettivi politici sovrastanti. Dove manca la sovranità del popolo, manca la garanzia del bene del popolo. E nella UE, i cittadini europei sono rappresentati da un parlamento che non guida le scelte degli stati membri, ma segue le direttive degli stati europei più forti.

Senza la garanzia democratica di una Costituzione che fissi principi, poteri e contro-poteri, non ci sono i presupposti verso alcuna cessione di sovranità. Anzi, vedo nei momenti di emergenza le fasi di maggior rischio per la democrazia. E la tentazione – in nome del nemico comune – di una regressione emotiva. La stessa  che ha portato i francesi a bombardare per orgoglio. E adesso spinge Hollande a virare verso la reazione bellica, per non farsi scavalcare dalla destra isolazionista.
La Francia ferita chiede supporto agli altri paesi della UE. E’ comprensibile, ma tutti gli altri stati devono fornire un contributo di lucidità.
Davanti al sangue caldo delle vittime, ci vuole il sangue freddo della visione politica. E l’impegno a costruire  una solenne identità comune, eretta nella Costituzione Europea.

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