“Rompiamo il silenzio” che sta isolando il giudice Antonio Di Matteo, per il quale – dicono i pentiti – il tritolo è già arrivato a Palermo. Con questa parola d’ordine scorteremo di vigilanza democratica il giudice simbolo della legalità, domani sabato 14, saremo in tanti a trovarci alle 10,00 a Piazza Corrado Ricci (sbocco di Via Cavour sui Fori Imperiali).
All’iniziativa – organizzata dalle Agende Rosse di Salvatore Borsellino – ha aderito Libertà e Giustizia, altre numerose associazioni, tanti giovani e semplici cittadini. Perché abbiamo imparato che senza il sostegno della società civile, anche i magistrati più coraggiosi, vengono uccisi. Dal potere mafioso e da quello politico deviato. Che con la mafia ha sempre trovato il modo di organizzarsi per eliminare i fastidi comuni.
Romperemo il silenzio con la parola pubblica, che ci prenderemo dal palco di Piazza SS. Apostoli, dove arriverà il corteo. La parola civile di denuncia dell’indifferenza di gran parte delle istituzioni e di quasi tutta la stampa per questa iniziativa di legalità. Di denuncia di una politica in avanzato stato di corruzione, che non riesce più a fare argine al malaffare, ma anzi scambia sentenze, nomine e vantaggi nel gran bazar del sottopotere.
Libertà e Giustizia ci sarà con gli interventi del Presidente Alberto Vannucci e di Sandra Bonsanti, riprendendo un appello del 2009, dove fummo i primi a dire “Rompiamo il silenzio” per non essere complici del degrado, con la nostra silenziosa omissione civile.
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