Qualche idea contro il terrorismo

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Ci sono giorni in cui i giornali restano in standby. Attendono che l’uragano dispieghi la sua forza o che torni il sereno. Oggi è uno di quei giorni. “Merkel decide -scrive il Corriere- soldati tedeschi inviati in Mali”. Che farà Renzi? “Missili e sanzioni contro Ankara”, la Stampa racconta la reazione russa dopo la “pugnalata alla schiena” ad opera della Turchia. I missili, per abbattere ogni aereo (turco) che minacci un caccia russo. Le sanzioni minacciano di far saltare decine di miliardi di contratti che aziende turche avevano spuntato in Russia o nei paesi alleati. Insomma “guerra” economica, che -spiega Deaglio- Mosca si può permettere avendo in abbondanza gas e riserve valutarie, oltre che un appoggio discreto da parte cinese. Non solo armi, dunque, nello zaino di Putin. Dunque? Standby. In standby pure che Repubblica racconta la mossa della Merkel e aggiunge: “caccia a dieci jihadisti in Europa”. Come finirà?

Non è l’Islam che si radicalizza ma il radicalismo che si islamizza. Olivier Roy lo ha spiegato ieri a Le Monde, oggi lo ripete al Corriere. Ne approfitto per far il punto su quel che leggo e capisco di questi nuovi terroristi. Non sono i dannati della terra. Certo la povertà è sempre alla base del rifiuto -come ricorda Papa Francesco- ma l’aspirante kamikaze può aver vissuto da bambino in una tranquilla villetta a schiera, piccola borghesia o ceto medio. Ha spesso dietro di sè una famiglia disunita, con il venir meno della figura del padre (e dei valori che dovrebbe trasmettere), da ragazzo una voglia bulimica di acchiappare tutte le occasioni di consumismo, poi il disgusto e il rifiuto. Qui scatta la conversione. Perchè l’Islam? Perché dai tempi di Malcom x, che fu assassinato mezzo secolo fa, il mito della Nazione Islamica ha catalizzato la frustrazione per lo sviluppo ineguale, le guerre imperialiste e l’ipocrisia capitalista. Ma è un Islam diverso da quello dei padri (se i padri erano musulmani), un Islam settario e totalizzante, il negativo del sistema: donne nude – niqab, libertà -sottomissione, vita – morte. Il viaggio iniziatico nelle terre controllate da Al Bagdadi separa definitivamente questi giovani nichilisti dalle famiglie, li sottrae a ogni affetto e li prepara alla morte. Ha ragione Roy: il fenomeno precede la nascita dell’Isis. Il radicalismo islamizzato aveva già fatto le sue prove con il GIA algerino, con Al Qaeda e la guerra in Bosnia, ma oggi è il viaggio in Siria che toglie al terrorista ogni via di ritirata. Rebus sic stantibus, fermarli è molto difficile. Per individuarli e denunciarli ci vorrebbe un controllo sociale che le nostre società liquide ormai si sognano. Serve l’intelligence, sì, ma dovrebbe basarsi più sul fiuto degli uomini che sulla pletora dei dati informatici.

La rotta dell’Isis darebbe un duro colpo al terrorismo. Perchè una setta totalitaria vive del suo mito, mito che il califfato alimenta con i promo che mostrano guerrieri spietati e invincibili perchè, anzichè temerla, scelgono la morte. Curdi appoggiati dalle bombe di Obama, Sciiti sostenuti dall’Iran, Alawiti con l’appoggio dei carri russi, potrebbero vincere in Siria e in Iraq, spezzando il morale dei tagliagola. Certo, ci vorrebbe un contingente sunnita, per vincere rapidamente la “guerra” costruire la pace: una federazione siro-irachena ha bisogno di un cuore sunnita. Se Stati Uniti ed Europa costringessero Arabia Saudita, Qatar e Turchia a scegiere o contro l’Isis o contro l’Occidente, sono convinto che un esercito sunnita si formerebbe rapidamente, non fosse altro che per prenotare un dividendo sulla pace.

Per me il catalogo è questo. Ho apprezzato il discorso di Mattarella a Strasburgo sui valori dell’Europa, i nostri valori, unici baluardi contro la barbarie. Ma per sostenerli oggi serve una buona dose di realismo politico, da parte dei governi, e il coraggio di dire la verità.

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