Morti di serie A e di serie B. Quella strage a Beirut ignorata dalla nostra informazione

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Sì, vado controcorrente. Ci vado di proposito, non per caso o per disattenzione. Ci vado perché non ne posso più; e chi vuole linciarmi, lo faccia pure. Vado controcorrente, perché non riesco a guardare scorrere la corrente senza reagire.
Anch’io sono stravolto, inorridito e addolorato, molto addolorato, per la follia omicida che ieri si e avventata contro inerme ed ignare persone che assistevano ad una partita di calcio o ascoltavano musica o cenavano chiacchierando. In centoventi e forse più sono passate dalla vita alla morte senza poterlo prevedere, senza potersi difendere, senza neppure sapere il perché. Centinaia, terrorizzate, sono rimaste ferite.

Anch’io sono indignato ed esprimo cordoglio. Questa volta, eccezionalmente e fortunatamente, sono in compagnia di milioni e milioni di persone, in tutto il mondo, che giustamente reagiscono all’efferatezza. Nell’occasione si sono anche accorte e d’ improvviso che c’è la guerra, che siamo in guerra. E sono preoccupate e spaventate. Alla buonora, ne hanno ben donde!

L’altro ieri, però, quando due attentati simili a quelli di ieri sera a Parigi hanno ucciso 41 persone e ne hanno ferito 180, ad essere indignati, nonché stravolti, inorriditi ed addolorati, eravamo in pochissime persone qui a Roma, in Italia, e In Europa. L’eccidio era accaduto a Beirut del Libano, nei pressi di un campo profughi, non a Parigi. E non se ne era saputo gran che. Lì i morti non erano europei, facevano parte di un “raggruppamento di sciiti” e “apostati”, come si puntualizzava nel testo della rivendicazione diramato dall’Isis, cioè mussulmani. Forse per questo i grandi mezzi di comunicazione non avevano dato risalto alla notizia e a nessuno era venuto in mente di scrivere o dire che si era in guerra? Eppure la guerra c’era anche l’altro giorno; anzi c’era da tempo ed aveva già fatto migliaia e migliaia di morti, feriti e profughi. In grandissima parte mussulmani. Ma se ne è parlato e scritto poco e male.

Così un giornale italiano ha potuto oggi titolare sulla prima pagina <Bastardi Mussulmani>, non si sa se riferendosi ai mussulmani assassini o ai mussulmani assassinati.
E’ qualche anno per altro che in Siria c’è una guerra feroce. Se ne sta scrivendo e parlando in questi giorni giusto perché Russia e Stati Uniti d’America si stanno combattendo a vicenda bombardando ambedue la Siria. Sono anni che i Kurdi sono perseguitati ed anche bombardati dai Turchi, in Africa poi da decenni ci sono guerre e stragi che hanno fatto centinaia di migliaia di morti e feriti. Non ho visto né vedo indignazione per tutto ciò.
Si conferma così anche in questa tremenda circostanza che i morti non sono tutti eguali. Vuoi mettere un morto parigino ed uno libanese o, che so?, palestinese o afgano oppure siriano o somalo, magari congolese? Suvvia!
Io però non riesco a fare distinzioni. Per me tutti i morti, come tutti i vivi, senza distinzione di genere, religione, nazionalità ed idee, sono eguali. Perciò sono stravolto, inorridito addolorato, indignato in egual modo per tutti i morti, feriti, perseguitati, affogati, affamati: a prescindere.
E sono stravolto e inorridito pure per quanti/e sono capaci di indignarsi solo a senso unico. Nei loro confronti sono anche adirato. Molto.


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