“Cara Chiara, oggi sono stato affianco a colui che ti ha ridotta cosi per sempre…lo sai oggi sei stata oltraggiata da lui…dal suo avvocato e dai giudici che non hanno coraggio…Chiara …L’ITALIA è un paese dove non c’è dignità e oggi in quell’aula si parlava solo del modo in cui riabilitare al mondo quel verme di Falcioni…”
Affida le sue parole a un post su facebook Maurizio Insidioso Monda, dopo essere svenuto all’uscita della Corte d’Appello di Roma. Il padre di Chiara, massacrata di botte dal suo ex compagno e ridotta in fin di vita, ha un senso di vuoto, l’inquietudine e l’ansia di chi ha visto la figlia oltraggiata da chi invece diceva di amarla. Nonostante i continui passi avanti sono ancora tante le storie di violenza. E sebbene la legge da una parte tutela le donne che denunciano, dall’altra quasi per ironia del destino, le protegge sempre di meno. E’ difficile per una donna denunciare il suo uomo un pò per paura o semplicemente perché nel profondo del cuore spera in un caso isolato. Capita. Si dice quasi sempre così e si ignorano i segnali di pericolo, soprattutto da coloro che cercano di aiutarci. È stato così anche per Chiara. Invano il padre ha provato a salvarla da quell’uomo che l’ha ridotta un vegetale. Ma a volte l’amore offusca anche la ragione.
Era una diciannovenne ancora piena di sogni e di speranze quando conosce Maurizio Falcioni e se ne innamora. Il ragazzo, 15 anni più grande di lei, non è ben visto in paese e in particolare dal padre della ragazza che conoscendo il tipo violento cerca di impedire la relazione. Ma questo atteggiamento fa si che Chiara frequenti ancora di più quel ragazzo. E così i due, nel novembre del 2013 vanno a vivere insieme a Casal Bernocchi, poco lontano da Roma. Il 3 febbraio 2014 Maurizio Falcioni torna a casa e dopo una furiosa litigata con la ragazza, probabilmente sotto effetto di droga, si sfoga dandole calci e pugni fino a ridurla in fin di vita, in un lago di sangue. Non sopportava l’idea che la ragazza volesse lasciarlo. Allertati dai vicini, i carabinieri capiscono che non si tratta di una semplice caduta e decidono di non credere all’uomo. La ragazza viene allora trasferita all’Ospedale San Camillo di Roma in condizioni critiche. Nelle ore successive al ricovero subisce più interventi, ma quando entra in sala operatoria è già in stato comatoso. Undici mesi di angoscia in cui i medici dicono chiaramente al padre che la ragazza potrebbe non sopravvivere o addirittura restare un vegetale. Oggi Chiara è viva ma su una sedia a rotelle. È invalida.
Imputato per tentato omicidio e maltrattamenti Maurizio Falcioni è stato condannato a 16 anni dalla Corte di Appello di Roma dopo che in primo grado il Gup aveva dato venti anni di reclusione. Maurizio Falcioni infatti un anno fa ha scelto il rito abbreviato, che prevede la riduzione di un terzo della pena.
In quell’aula della cittadina giudiziaria di Piazzale Clodio in molti hanno urlato “vergogna, vergogna” e in tanti hanno espresso sgomento e incomprensione alla lettura della sentenza. Falcioni però, all’inizio dell’udienza, ha chiesto scusa a Chiara per il suo gesto. Vere o no che siano di certo non risolvono le cose. Questa ragazza purtroppo è destinata a vivere su una sedia a rotelle. Non riesce a parlare e muove solo due dita di una mano, lui invece se tutto va bene nel 2030 uscirà dal carcere. Come può vivere un padre in attesa della giustizia divina? Ai posteri, forse, l’ardua sentenza.