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La crescita economica del Paese deve passare per il risanamento antimafioso

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Un ottimo lavoro investigativo, un buon uso delle intercettazioni, hanno convinto decine di piccoli imprenditori bagheresi a denunciare le vessazioni degli estorsori subite per anni. Così è stata colpita e sgominata la parte terminale e più evidente del sistema mafioso di Bagheria.

A questo risultato hanno contribuito indirettamente anche le tante azioni delle organizzazioni delle società civili, delle parrocchie, delle scuole di Bagheria, dell’associazionismo antiracket, del Centro studi “Pio La Torre”, la marcia Antimafia Bagheria-Casteldaccia, la costituzione come parte civile delle Amministrazioni Comunali della zona nei processi di mafia. Lo dimostra anche l’adesione popolare all’ultima manifestazione promossa da questo schieramento a sostegno della vertenza sindacale dei lavoratori per il rilancio produttivo di “Gelato In”, sequestrato a un presunto mafioso.
Ad esempio, alle iniziative per “Gelato In”, si è presentata una cittadinanza solidale e consapevole che ha sollecitato l’impegno dell’ Amministrazione Comunale, con scarso risultato, e in generale della Politica, dei partiti e dei governi, oltre una diversa attenzione concertativa con le forze sociali da parte degli amministratori giudiziari.

Dalla prossima settimana inizierà alla camera la discussione sulle modifiche delle misure di prevenzione; dopo una discussione in commissione di ben due anni e mezzo sul testo base di una proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla CGIL, da Avviso Pubblico, dal Centro studi “Pio La Torre”, Libera, siano finalmente approvate.

Ma le nuove norme non basteranno ad adeguare l’insieme delle leggi antimafia; Governo e Camere procedano in tempi rapidi al rafforzamento legislativo della legge Rognoni- La Torre per colpire meglio i nuovi camuffamenti politico-economico-finanziari delle mafie; eliminino la prescrizione per i reati di corruzione e dei reati spia, come quelli di mafia; rendano obbligatoria la trasparenza e la governance democratica dell’Agenzia dei beni sequestrati  e confiscati.

Le iniziative arrivate dopo lo “scandalo Saguto” dal Tribunale di Palermo già vanno in questa direzione. Lo smantellamento delle bande degli estortori di Bagheria, dunque, è un successo: la mafia risulta fortemente indebolita, ma non cancellata dal sistema economico- politico-istituzionale- sociale regionale, nazionale, e internazionale.

Magistratura e forze dell’ordine possono reprimere; la “Politica” deve, invece, prevenire l’azione delle mafie e non può delegare il suo compito alle forze repressive o al lavoro culturale dell’associazionismo. Il Consigliere, l’Assessore, il Sindaco, il Deputato, il Ministro colluso, compiacente, tollerante, corrotto va prevenuto dall’azione della “Politica”.

Il segnale lanciato dall’inchiesta di Bagheria e dei processi di mafia di quest’ultima fase (Trattativa, Perseo, Argo, Reset, Eden, etc.) come da “mafia-Capitale”, è proprio questo. Le mafie vecchie e nuove continueranno a riprodursi se la politica non si rigenera, se non si ricompone attorno all’idea che il suo “Potere” deve servire esclusivamente al bene comune, cioè assicurare a tutti i cittadini lavoro, democrazia, giustizia sociale e non alimentare potere personale o di gruppo.
Inoltre, da Bagheria emerge che la vendita della protezione mafiosa all’impresa in tempi di crisi economica prolungata non è più sopportabile da questa, e ne favorisce la ribellione.

Allora, come impedire nell’auspicata, futura, crescita economica la riproduzione del sistema estorsivo? Come controllare efficacemente la trasparenza dell’intervento pubblico e del processo economico in generale (dagli appalti, agli affidamenti, alle concessioni, alle vendite dei servizi e dei beni)?

Inoltre, come si rispetta l’autonomia e l’autorità della Magistratura, come si impedisce qualsiasi tentativo di delegittimazione senza rimuovere le cause remote che hanno reso possibile il caso Saguto?
O la crescita economica del Paese è accompagnata dal processo di risanamento antimafioso, oltre da quello civile e morale, o sarà una crescita malata che continuerà a infettare la nostra Repubblica.


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