Presentate le iniziative e l’appello online contro il ddl del governo Renzi
E’ un chiaro no al nuovo tentativo, il terzo, “di mettere per legge il bavaglio alla stampa”. A lanciare l”emergenza informazione’ è la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, pronta a mobilitarsi contro il ddl del governo Renzi, che ha affidato all’esecutivo una delega in proposito con “il potere di stabilire le regole sulla pubblicazione delle intercettazioni” e per tutelare i giornalisti dalle “continue intimidazioni e minacce che mettono in pericolo la libertà di informazione”.
Primo firmatario dell’appello è Stefano Rodotà, già Garante della Privacy e promotore dell’iniziativa insieme ai giornalisti Marino Bisso, Arturo Di Corinto, Giovanni Maria Riccio e alle associazioni Articolo 21, Arci Associazione Nazionale, Associazione Nazionale Stampa Online (ANSO), Federazione Nazionale Stampa Italiana (Fnsi), Gruppo Abele, Il Fatto Quotidiano, Libera – Contro le mafie, Libertà e Giustizia, Libertà e Partecipazione, Ordine dei Giornalisti (Odg), MoveOn, Pressing – Giornalisti in rete, Sindacato Cronisti Romani, Stampa Romana, Unione Sindacale Giornalisti Rai (Usigrai). La petizione è online, all’indirizzo www.nobavaglio.org
Tra le proposte avanzate, la necessità di un coordinamento internazionale di giornalisti a livello europeo, contro “i ripetuti e dilaganti attacchi alla democrazia e alla libertà di informazione”; un primo sit-in a Roma, giovedì 5 novembre, davanti all’aula Occorsio di Piazzale Clodio, dove inizierà il processo per Mafia Capitale; infine un comitato di avvocati di cui avvalersi per cause di lite temeraria, ossia in caso di richiesta di risarcimento a coloro che abbiano intentato (e perso) cause per diffamazione ‘preventiva’ a danni di giornalisti.
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha proposto di “tenere alta la guardia” e coinvolgere gli altri sindacati europei dei giornalisti in modo che anche la Ue e il Parlamento europeo intervengano “contro la proposta di legge bavaglio” contenuta nel ddl in materia di intercettazioni. La normativa, infatti, “metterebbe l’Italia sullo stesso piano di altri Paesi dove abbiamo visto manifestarsi gravi problematiche, come Spagna, Francia e Ungheria, per non dire di quanto sta avvenendo in Turchia”. Da Roma “può dunque partire un’azione che coinvolga tutti i sindacati dei giornalisti europei, così da essere promotori di iniziative in sede Ue e di Parlamento europeo”.
Stefano Rodotà ha sottolineato la “gravita’ ” del provvedimento che finisce con l’essere “un intervento sui diritti fondamentali attraverso la delega al governo, così come già avvenuto per i controlli a distanza e la privacy”. Per il giurista “e’ una linea di tendenza, quella di espropriare il Parlamento per quanto riguarda l’esercizio di diritti fondamentali, che si sta consolidando ad ogni livello istituzionale, a partire dal Presidente della Repubblica in giù. C’è una evidente messa in discussione della prima parte della Costituzione italiana” e si sottrae via via all’opinione pubblica la possibilità di esercitare il controllo su quanto viene discusso in Aula. I rischi sono anche legati al fatto che “questo tipo di delega può essere applicato a tutto”, mentre “disponiamo già di una disciplina adeguata in materia”, che tutela cittadini e personaggi pubblici dalla diffusione di notizie che possono arrecare danno alla persona di cui si parla. “Non c’è quindi alcun vuoto da colmare, ma in realtà si vuole restringere il diritto-dovere di informare”.
Alla conferenza stampa è intervenuto il segretario nazionale dell’Usigrai, Vittorio di Trapani, il quale ha sostenuto “è intollerabile che i diritti fondamentali siano sottratti al dibattito parlamentare. E questo si riflette anche sulla missione e sul perimetro del Servizio Pubblico radiotelevisivo”. E’ quindi opportuno allargare la mobilitazione, portandola a Bruxelles, in sede Ue. Il segretario dell’Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, ha sostenuto l’esigenza di allargare quanto più possibile la platea di persone da coinvolgere e portare l’opinione pubblica a conoscenza di quanto accade nel nostro Paese in tema di libera informazione.