In Italia sempre più cittadini percepiscono la legalità e vivono le regole come un limite. Tenuto conto degli esempi non certo edificanti della nostra classe politica, il cittadino riesce sempre meno ad accettare che ci siano condotte imposte o vietate dalla legge. Vorremmo vivere tutti nel “Paese dei Balocchi” di Collodi, dove ognuno fa quel che gli piace, senza osservare alcuna regola e vivendo nell’ozio e nell’ignoranza.
In questa Nazione nessuno si chiede perché dobbiamo osservare le regole. Innanzitutto perché senza di esse non ci può essere convivenza civile e poi perché, non osservarle può avere delle conseguenze a volte anche molto gravi. Il rispetto della legge conviene. La legalità, dunque, non può essere mai un limite ma un valore al quale il cittadino deve essere beneducato, perché il suo rispetto è elemento determinante di conservazione della società civile, baluardo delle libertà democratiche, salvaguardia contro gli abusi, garanzia dell’eguaglianza di tutti, ricchi e poveri, forti e deboli, nei confronti del potere.
La legalità è necessaria ad evitare effetti pericolosi per sé e per i consociati. Perciò, il rispetto della legge equivale alla civile convivenza, cosa che purtroppo in Italia in questo momento manca ed è questo uno dei motivi fondamentali per cui mancano speranze di vita migliore e di crescita economica accettabile. In questo momento nel nostro Paese stanno prendendo la supremazia gli abusi e i privilegi e cioè gli interessi personali in danno di quelli collettivi. Ergo, la legalità è il problema dei problemi. In uno Stato democratico e solidaristico come è il nostro la prepotenza del più forte non deve poter prevalere sul più debole. La legalità è un valore essenziale al quale lo stesso comportamento dello Stato e della sua burocrazia devono ispirarsi nella quotidianità. E’ quel senso profondo di giustizia che ciascuno di noi porta in sé come proiezione di un ideale interiore di dignità umana che noi stiamo perdendo in maniera quasi irrimediabile.
In Italia, in questo momento, vi è un intreccio inestricabile tra corruzione, criminalità organizzata, politica e affarismo, con un sistema occulto che tutto vuole tranne la legalità. Le cronache recenti inducono al più nero pessimismo. La legalità può tornare ad essere un valore solo se veramente lo si vuole. Ma da tempo è in atto un rigetto verso le regole frutto anche della rassegnazione nell’opinione pubblica, pervasa da quell’indifferenza di fondo verso tutto ciò che non tocca gli interessi personali. Chiudo con le parole di Giovanni Falcone: “perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere.”
Vincenzo Musacchio – Giurista e docente di diritto penale in varie Università italiane