Di Antonio Mazzeo
ROMA – Venerdì 13 novembre, Parigi è teatro di un sanguinoso attacco terroristico di matrice islamico-radicale. Neanche il tempo di commemorare le numerosissime vittime e il governo Hollande annuncia una controffensiva in vasta scala contro l’Isis e il Califfato.
Le parole d’ordine sono guerra totale e permanente, il conflitto globale sul fronte interno e internazionale. L’appello all’uso incondizionato delle armi condizionerà pesantemente la società francese per i prossimi anni: alla produzione delle armi ci penserà l’onnipotente complesso militare industriale nazionale, magari in partnership con i maggiori alleati europei, Italia in testa.
Quel maledetto venerdì 13 novembre, poche ore prima del bagno di sangue nelle strade della capitale transalpina, l’ammiraglio Donato Marzano, comandante logistico della Marina militare italiana, l’ingegnere Roberto Cortesi, amministratore delegato di Oto Melara (gruppo Finmeccanica) e l’ammiraglio François Pintart, direttore della centrale servizi logistici della Marina francese, s’incontravano per siglare un protocollo d’intesa per trasferire alla Spezia le attività di manutenzione dei cannoni da 76/62 SR “Super Rapido” installati a bordo delle unità da guerra francesi Chevalier Paul e Forbin.
L’accordo rientra nell’ambito del programma “Orizzonte” con cui Italia e Francia hanno realizzato una nuova generazione di fregate-cacciatorpediniere (Horizon Common New Generation Frigate – CNGF). “Oltre a consolidare e indirizzare le principali iniziative italo-francesi per il supporto in servizio delle navi classe Orizzonte, l’intesa rappresenta un primo passo verso un accordo più ampio che potrebbe includere i sistemi da 76/62 installati a bordo delle nuove fregate multi missioni FREMM francesi”, hanno dichiarato i manager di Oto Melara. “Si tratta, inoltre, di un importante segnale nell’ottica di future collaborazioni tra le forze armate europee oltre a generare significative ricadute industriali per l’area della Spezia. La commessa prevede, inoltre, le calibrazioni degli impianti, a terra e a bordo, a cura dal Centro per il Supporto e la Sperimentazione Navale (CSSN) spezino”.
Al programma di sviluppo delle unità della classe “Orizzonte” hanno partecipato le holding Fincantieri e Finmeccanica e le aziende francesi DCN e Thales. Quattro le imbarcazioni sino ad oggi realizzate: le cacciatorpediniere lanciamissili Andrea Doria e Caio Duilio per la Marina militare italiana e le fregate Chevalier Paul e Forbin per la marina francese. Varate rispettivamente nel 2010 e nel 2011, le due unità francesi hanno come missione principale la protezione anti-aerea della flotta navale. “In particolare – spiega il Comando navale francese – le fregate della classe Orizzonte devono assicurare la difesa contro le minacce aeree di un gruppo aeronavale guidato da un portaerei, delle altre unità da guerra, delle forze anfibie e delle imbarcazioni civili destinate al traffico commerciale; devono intervenire in un contesto operativo di blocco marittimo, faccia a faccia con le unità nemiche, in caso d’evacuazione di cittadini francesi, ricerca di informazioni, controllo del traffico aereo in zone di crisi, ecc.”.
Con un dislocamento di 7.000 tonnellate e una lunghezza di 153 metri circa, le fregate “Orizzonte” sono caratterizzate da una bassissima visibilità ai tracciati radar. Le unità francesi e italiane differiscono solo per alcuni sistemi d’arma imbarcati: le fregate Chevalier Paul e Forbin hanno 48 missili antiaerei PAAMS Aster 15 a corto raggio e Aster 30 a medio raggio (prodotti da MBDA, holding europea del mercato missilistico, controllata per il 25% dal Finmeccanica), 8 missili anti-nave Exocet MM40, 2 lanciasiluri per i MU 90 (coprodotti da WASS – Whitehead Alenia Sistemi Subacquei, Finmeccanica), 2 cannoni Oto Melara 76/62 “Super Rapido” e artiglieria da piccolo calibro (mitragliere mod. F2 da 20mm). Le cacciatorpediniere Andrea Doria e Caio Duilio, a differenza delle cugine transalpine, ospitano un terzo sistema “Super Rapido”, il radar di ricerca di superficie Selex RAN 30X/I, alcuni sofisticati apparati di guerra elettronica e i missili S/S Teseo Mk2/A al posto degli Exocet MM40. Il sistema informatico di comando, controllo e combattimento delle unità “Orizzonte” è gestito dal CMS (Combat Management System) sviluppato da EuroSysNav, una società italo-francese creata appositamente da DCN e Alenia (Finmeccanica). Le imbarcazioni sono dotate infine di un ponte di volo per i decolli di un elicottero EH-101 o NH-90.
La partnership tra le industrie e le forze armate italiane e francesi si è consolidata grazie all’accordo per lo sviluppo del programma FREMM (Fregate Europee Multi Missione), la nuova generazione di fregate denominate in Francia Classe Aquitaine ed in Italia Classe Bergamini. Le nuove unità sono progettate e realizzate dalla società d’ingegneria Orizzonte Sistemi Navali (una joint venture tra Fincantieri e Finmeccanica, prime contractor della Marina militare italiana) e da Armaris, azienda di proprietà dei gruppi francesi DCNS e Thales. “Il programma italo-francese per le nuove Fregate Europee Multi Missione (FREMM) è il più importante programma militare in ambito navale mai realizzato a livello europeo”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Finmeccanica, Mauro Moretti. Le nuove unità sono lunghe 140,4 metri, larghe 19,7 e hanno un dislocamento a pieno carico di 6.000 tonnellate circa. Come nel caso della classe “Orizzonte”, le FREMM dispongono dei più moderni sistemi di scoperta e d’arma: il sistema missilistico antiaereo SAAM IT a 16 celle per missili MBDA Aster 15 e Aster 30, i missili anti-nave Exocet MM40, i cannoni Oto Melara 76/62 “Super Rapido”, i siluri MU 90. Inoltre, le fregate destinate alla marina francese sono armate con missili da crociera a lancio verticale MBDA “Scalp Naval” con una gittata che può superare i 1.000 km. Originariamente le fregate erano state programmate per imbarcare 165 membri d’equipaggio, ma grazie ad alcune modifiche dello scafo i posti sono stati ampliati fino a 200, 23 dei quali destinati al personale che gestisce i due elicotteri NH-90 ospitati sul ponte.
Le FREMM sono state realizzate in tre versioni: una per la lotta antisommergibile (ASW); una multiruolo per l’attacco al suolo in profondità e il bombardamento controcosta in appoggio alle forze da sbarco; una terza, solo per i francesi, per le operazioni anti-aeree. I cantieri Armaris hanno ricevuto dal governo francese l’ordine per otto fregate multi missione; inoltre, nel gennaio 2014, hanno consegnato una FREMM alla marina militare del Marocco e, nel giugno 2015, un’unità della stessa classe all’Egitto del generale-presidente al-Sisi.
Le aziende italiane hanno poi ottenuto negli ultimi anni importanti commesse da parte delle autorità transalpine. Nel febbraio 2013, ad esempio, la Direction Géneral de l’Armement (DGA) del ministero della difesa francese ha ordinato a Selex ES (Finmeccanica) sei radar PAR2090 in versione fissa, per un valore di circa 22 milioni di euro, compreso il supporto logistico post vendita. I PAR sono radar in banda X che permettono atterraggi di precisione anche in condizioni meteo avverse, con la capacità di gestire fino a 32 velivoli contemporaneamente. Altri 15 sistemi PAR erano stati consegnati in precedenza da Selex ES all’Armée de l’Air. Nel luglio 2014, i manager di Finmeccanica hanno invece sottoscritto un accordo di collaborazione con Thales, della durata di non meno di due anni, per la realizzazione della suite sensoristica multifunzione e del sub-sistema di comunicazione del futuro velivolo senza pilota da combattimento (FCAS) destinato alle aeronautiche militari di Francia e Gran Bretagna. Lo scorso mese di marzo, infine, la Direction Générale de l’Armement ha affidato alle aziende Airbus Defence and Space e Thales la produzione di tre nuovi satelliti spia CERES (costo complessivo 450 milioni di euro) per l’intercettazione delle comunicazioni radio e dei segnali radar, che dovrebbero entrare in funzione entro il 2020. Alla piattaforma satellitare lavorerà in qualità di sub contractor l’azienda Thales Alenia Space, di proprietà al 66% della francese Thales e per il restante 34% del gruppo Finmeccanica.
Per “approfondire le prospettive di cooperazione nel quadro della difesa europea, analizzare temi di collaborazione tecnico-militare bilaterale e valutare le evoluzioni dei teatri di crisi che minacciano la sicurezza dell’Europa”, nel dicembre 2012 i ministri della difesa di Italia e Francia hanno dato vita al Consiglio di Difesa e Sicurezza (CFIDS). L’ultimo vertice bilaterale si è tenuto a Caen il 21 marzo 2015 e ha avuto all’ordine del giorno la “forte instabilità che interessa Libia, Sahel, Siria, Iraq/Daesh e l’arco di crisi apertosi nell’est Europa tra Ucraina e Russia”. Quattro mesi prima, si erano incontrati a Roma i rispettivi Capi di Stato maggiore della difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e il generale Pierre de Villiers. Anche allora il confronto ha avuto come oggetto il conflitto in Siria e Iraq contro l’Isis e le “forti tensioni” in alcune aree del continente africano (Niger, Mali, Repubblica Centrafricana e Libia). “A seguire – riporta una nota del ministero della difesa italiano – i Capi di Stato Maggiore hanno discusso sulla cooperazione bilaterale tra cui il futuro impiego operativo del Comando Brigata da montagna italo-francese per missioni in ambito Nazioni Unite, Nato ed Unione Europea e il mantenimento in vita dei sistemi navali, la cooperazione nel settore del rifornimento in volo – Air to Air Refuelling (AAR). Altri accordi sono, inoltre, attivi nel campo della formazione, come il reciproco scambio di frequentatori presso i principali Istituti Superiori delle due Difese. I Capi di SMD hanno infine sottolineato l’importanza di incentivare, in ambito europeo, la Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC), promuovendola sul piano politico ed operativo, nonché in quello dell’industria e del mercato della Difesa”.