PARIGI – E’ partito l’atteso summit sul clima che durerà fino all’11 dicembre a Le Bourget, dove sono attesi ben 150 capi di Stato. E’ proprio Francois Hollande a fianco del segretario generale Onu Ban Ki-moon ad accogliere le personalità straniere giunte per affrontare il delicato tema dei cambiamenti climatici.
Parigi per l’occasione è stata blindata con 15.500 poliziotti schierati in tutta la Regione, quasi 3.000 in prima linea nel quartiere generale di Le Bourget per la cerimonia inaugurale della Cop21. Nonostante la gran mole di forze dell’ordine in campo ieri durante le proteste degli ambientalisti si sono registrati scontri, disordini e fermi in Place de la Republique e il timore diffuso di una replica oggi, quando all’ombra della torre Eiffel saranno riuniti i potenti del mondo in piena emergenza terrorismo.
A 20 anni esatti dal primo meeting Cop (nel 1995 a Berlino), il nemico da battere é sempre lo stesso: il cambiamento climatico e il temibile surriscaldamento del pianeta. Limitare a due gradi l’aumento della temperatura globale rispetto all’era preindustriale l’obiettivo da centrare. La sfida non é di poco conto considerando che i piani nazionali con cui arrivano al tavolo di Le Bourget i 190 Paesi attesi a Parigi infrangono la ‘zona rossa’ portando pericolosamente la colonnina di mercurio a +2,7 gradi. Nonostante i buoni propositi occorre dunque uno sforzo supplementare, con le diplomazie al lavoro per cancellare la disfatta di Copenaghen del 2009, quando il summit Onu si concluse con un nulla di fatto.
Insomma, oggi la parola d’ordine da raccogliere è salvare il pianeta con la consapevolezza che stiamo affrontando una vera e propria emergenza.