Il governo propone un mese di accoglienza e l’esame della richiesta di asilo agli stranieri accampati nella cittadina, purché vadano lontano dalla zona. Hanno già accettato 850 su 6.000. Per rilanciare l’immagine il comune pensa a un parco divertimenti da 270 milioni
“Invisibilizzare” e “disperdere”: è la nuova strategia della Francia per gli accampamenti di migranti nella città e nei dintorni di Calais. Come rivela il quotidiano online Médiapart, il governo propone loro di usufruire di un mese di ospitalità in uno dei centri allestiti sul territorio francese, a patto che si allontanino dalla zona e decidano di inoltrare la domanda d’asilo sul territorio francese.
Lo scorso 1 novembre il giudice del tribunale amministrativo di Lille, sollecitato da varie associazioni e Ong attive nella zona, aveva ordinato al prefetto del Pas de Calais e al comune di Calais di adottare delle misure d’urgenza in favore dei circa 6.000 stranieri che stazionano nell’area circostante la cittadina in attesa del momento favorevole per attraversare la Manica, denunciando la grave situazione d’emergenza. “In ragione di un accesso manifestamente insufficiente all’acqua potabile e ai bagni, e a causa dell’assenza di servizi per la rimozione dei rifiuti, la popolazione del campo è di fronte a una presa in carico insufficiente rispetto ai bisogni elementari e si trova esposta al rischio d’insalubrità”, aveva scritto il magistrato nell’ordinanza, parlando di “un’offesa grave al diritto di non subire trattamenti inumani e degradanti”.
Secondo Médiapart, circa 850 migranti avrebbero già accettato di abbandonare la zona. Alcuni sarebbero stati inviati a le Bouches-du-Rhône (a sud del paese), altri verso la zona di La Guerche-de-Bretagne in Ille-et-Vilaine. In tutta la Francia le prefetture si sarebbero mobilitate per convincere i comuni ad accettare la nuova proposta di “accoglienza” voluta dal ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve. Lo stesso ministro, che ha già militarizzato l’area di Calais accrescendo da 1.125 a 1.760 le unità delle forze dell’ordine dispiegate nella zona, continua a tenere la linea dura sulla frontiera nord. Come ha affermato lo scorso 2 novembre il direttore della polizia di frontiera francese David Skully, “il ministro ci ha detto: zero passaggi significa zero passaggi. Soprattutto sotto al tunnel della Manica, la facoltà di poter passare così è quasi nulla ad oggi”.
Sempre riguardo Calais, da qualche giorno è spuntata un’altra proposta avanzata da Natacha Bouchart, sindaco della cittadina e senatrice del partito dell’ex presidente francese Sarkozy: quella di costruire un parco di attrazioni dal nome “Heroic Land” da 275 milioni di euro per “ristrutturare” l’immagine della città. In questi giorni si sta discutendo se aprire un dibattito pubblico sulla questione. (Marta Menghi)