‘L’Italia bombarderà l’Isis in Iraq’, era il titolo del Corriere della Sera. Tornado pronti, intervento a ore. Perché oggi è in Italia il Segretario alla difesa Usa Ashton Carter. Politica ruffiana e Parlamento beffato. Poi la corsa a mettere una pezza alla scemenza. Dei generali o del ministro? Errore istituzionale gravissimo con la Difesa, i suoi generali o il suo ministro, che debbono spiegazioni.
Un ‘dietrofront’ che non evita dubbi e perdite. Di credibilità, almeno. «Le azioni di bombardamento dei caccia italiani in Iraq sono solo ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento». L’intervento armato dell’Italia nel bombardamenti all’Isis sollecitato dagli Stati Uniti.
Una scelta politica delicata e decisamente problematica che era stata fatta filtrare come cosa fatta, in barba al Parlamento che resta la sola autorità sovrana a poter decidere l’uso delle armi italiane all’estero, a poter decidere la guerra. E nessuno provi a inventarsi arzigogoli giuridici. Una storia di stupidità mischiata ad arroganza. Ma entriamo nei dettagli.
La notizia è stata sparata dal Corriere della Sera solo soletto. Uno scoop. «I Tornado italiani che partecipano alla coalizione occidentale contro l’Isis avranno nelle prossime ore l’incarico di svolgere missioni di bombardamento nelle zone dell’Iraq selezionate di comune accordo con il comando americano».
Frase lapidaria, come se a decidere (comunque non si dice apertamente) sull’utilizzo delle forze armate italiane fosse il comando americano direttamente, neppure attraverso la Nato. Una notizia da maneggiare con le molle che porta la firma di Franco Venturini, uno dei più prestigiosi colleghi che scrive di esteri sul Corriere.
E Franco Venturini, se scrive, ha certo notizie di prima mano, non orecchiate al bar del ministero Difesa. Ma la storia è già stata raccontata da RemoContro.
http://www.remocontro.it/2015/
Andiamo invece ai nuovi dettagli inquietanti.
Sempre Venturini, che sarà pure interventista, ma sempre attentissimo e meticoloso.
1. «Il nuovo impegno italiano sarà certamente bene accolto dal Segretario alla difesa statunitense Ashton Carter, che giunge oggi in visita prima a Sigonella e poi a Roma dove sarà ricevuto anche dal Presidente della Repubblica».
2. «Meno certo appare il consenso di alcune forze politiche, ma non è detto che per attuare le nuove regole di ingaggio dei nostri Tornado si renda necessario un voto in Parlamento».
Ascoltato Venturini, le deduzioni di RemoContro.
UNO. A volere fortemente il nostro coinvolgimento sono gli americani, forse in cambio di una qualche loro sostegno alle ambizioni italiane in casa Onu per la Libia.
DUE. Cosa vuol dire quel “non è detto che per attuare le nuove regole di ingaggio dei nostri Tornado si renda necessario un voto in Parlamento”. Chi l’ha ‘ventilato’, ipotizzato parlando con Venturini? Un costituzionalista con le stellette, o un politico privo di scienza e sapienza?
Indicative e sospette le stesse smentite dalla Difesa e dalla maggioranza di governo.
A) La difesa:
«..ipotesi da valutare assieme agli alleati e non decisioni prese che, in ogni caso, dovranno passare dal Parlamento».
Passare dal Parlamento per informazione o per decisione? Si gioca con le parole.
B) La politica.
Il presidente della commissione Difesa del Senato Nicola Latorre.
«Come è noto l’Italia è parte di una coalizione internazionale, è già impegnata con un’azione non attiva in termini di bombardamento, ci è stata fatta una richiesta in tal senso e naturalmente il Governo dovrà valutare questi aspetti e soprattutto preventivamente informare il Parlamento. Allo stato non c’è nessuna decisione di questo tipo. -Quindi sottolinea Latorre- Le regole di ingaggio non sono cambiate».
Scusi senatore, che vuol dire nel suo ‘non dire’? Che per il governo basterebbe una semplice modifica delle ‘regole di ingaggio’ per trascinare l’Italia in guerra?
Sarebbe un passaggio logico, politico e giuridico decisamente ‘audace’.
Se il governo ritiene giusto intervenire in Iraq contro Isis anche bombardando, lo proponga alla sua maggioranza e lo faccia approvare in Parlamento senza trucchi o scorciatoie poco onorabili. Per favore.
Nel frattempo il Costituzionalista Sergio Mattarella potrebbe suggerire qualche rilettura dell’articolo 11 della Carta, con eventuali ripetizioni d’urgenza.