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Papa Francesco, trappole dentro e fuori il Vaticano?

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Sono troppi i nemici di Bergoglio? Lo chiamano il “papa argentino” i cardinali di curia e i vescovi che hanno dietro di sé gruppi di potere e di pressione e fin dal 13 marzo 2013 quando è avvenuta l’elezione del pontefice latinoamericano(anche se di origine italiana) sono scontenti del magistero papale.

Ieri padre Francesco Lombardi ha cercato di sminuire la portata delle lettera inviata da un numero non esiguo di cardinali al Pontefice e pubblicata dal settimanale laico l’Espresso” Chi ha pubblicato la lettera-ha dichiarato Lombardi- ha compiuto un atto di disturbo non inteso dai “firmatari”, almeno dai più autorevoli aggiungendo che ha chiesto di “non lasciarsi condizionare” in quanto l’azione di disturbo è mossa dalle seconde linee.

Eppure l’effetto che ha provocato la lettera è il medesimo dei tempi di Vatileaks quando le carte passavano  da dentro il Vaticano e arrivavano  fino ai media. Il sito di informazione “Il Sismografo” vicino alla Santa Sede dice che quello che colpisce “è l’esistenza di una cordata di eminenti vaticanisti che hanno abbandonato il nobile  mestiere dell’informazione per passare, con corpo e anima, a quello del velinaro (per di più maldestro).

Per Nello Scavo, giornalista del quotidiano cattolico Avvenire I nemici di Francesco appena uscito da Piemme, gli avversari del Papa sono anche coloro che lo screditano cercando di metterlo a tacere.

Oltre alla vicenda del teologo omosessuale Charamsa c’è stata la vicenda di un progetto che prevedeva la costituzione da parte dello IOR di una SICAV, fondo di investimento a capitale variabile, in Lussemburgo. Il Papa se ne accorse all’ultimo momento e bloccò il progetto. Certo in quel progetto non c’era nulla di illegale ma si voleva  compromettere l’immagine del Papa.  E’ quello che pensa anche il teologo Leonardo Boff che pensa a trappole dentro il Vaticano da parte degli ambienti di destra nella Chiesa che si oppongono al Pontefice.  Chi ha consegnato la lettera al Papa critica sui lavori del Sinodo è il cardinale australiano George Pell e che ha posizioni dure sulle aperture papali. Una posizione simile a quella di altri firmatari della lettera fra cui il cardinale Robert Sarah per il quale pensare di dare  l’eucarestia ai divorziati risposati è opera del Maligno. La costituency di Pell è quella della finanza americana. Altri due cardinali firmatari della lettera sono Daniel N. Di Nardo, arcivescovo di Galveston-Houston e vicepresidente della conferenza episcopale degli Stati Uniti e Thimothy Dolan,arcivescovo di New York e capo dei vescovi americani.  E a sostenere la battaglia contro Bergoglio  ci sono  anche uomini come   Dick Cheney e i capitali messi a disposizione dall’American Enterprise Institute.


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