Sconfitto il tentativo di applicare un vecchio articolo del codice penale introdotto durante il fascismo
L’assoluzione piena, da parte del Tribunale di Torino, dello scrittore Erri De Luca, accusato di istigazione a delinquere per una frase di una intervista in cui affermava che si deve sabotare la linea ad alta velocità TAV in costruzione in Piemonte, fa tornare alla memoria il famoso detto “c’è un giudice a Berlino”. In realtà, il caso De Luca non doveva nascere.
Mai una Procura avrebbe dovuto aprire un procedimento a carico di uno scrittore per un reato di opinione e mai avrebbe dovuto iniziare un processo davanti a una Corte di Giustizia. Qui c’è un problema che riguarda anche i giornalisti: esiste un meccanismo che filtri le vicende prima che diventino casi giudiziari e poi processi?
E se esiste viene applicato? E se viene applicato, in quale modo? Burocratico, per esempio?
Oggi c’è una buona notizia da raccontare, ma oggi stesso e tutti gli altri giorni non ci sono buone notizie per i giornalisti e per la libertà di stampa in Italia. E sarà così fino a quando non avranno cancellato i reati di opinione, depenalizzato il reato di diffamazione, introdotto il reato (o l’aggravante) di ostacolo alla libertà di stampa.
GFM