Era il 3 giugno 2013, e ancora una volta, ci trovavamo ad essere auditi dall’AGCOM. Questa volta dal presidente Cardani, dopo Calabrò, il quale aveva desistito nella promulgazione di un regolamento sul copyright, ma che la “nuova gestione” riproponeva con vigore e forza, sulle pressioni di interessi editoriali, cinematografici e musicali.
Ancora una volta, con Marco Pierani, responsabile del settore ICT, per l’associazione consumatori ALTROCONSUMO; l’Avv. Fulvio Sarzana, specialista in diritto delle telecomunicazioni e legale di Assoprovider, della quale Dino Bortolotto ed io, siamo rispettivamente presidente e vice-presidente. Ancora una volta perché la “squadra” si era già esibita in una battaglia contro il regolamento sul copyright nel 2011, che aveva portato all’evento “La notte della rete”, (preziosissimi furono gli apporti per questa mobilitazione, dell’associazione Agorà Digitale e del suo presidente, Marco Cappato e dell’allora Senatore Vincenzo Vita). La cosa che dovrebbe far riflettere è che la maggior associazione di operatori di telecomunicazioni, per numero di iscritti, e la maggior associazione consumatori per numero di iscritti, si trovino dalla stessa parte del tavolo di confronto, con interessi convergenti.
Quali interessi, vi chiederete? Ebbene, come ben descritto dall’Avv.Sarzana in un recente articolo, il regolamento sul copyright dell’AGCOM, ci mette al pari dei peggior regimi mondiali, nel controllo e la censura della rete. E si che a Cardani lo dicemmo, arrivando anche al punto di portare in evidenza che c’erano e ci sono grosse incongruenze con la legislazione vigente, direttive europee ed addirittura la Carta Costituzionale. Ebbene nulla di fatto, con atto forte, non prendendo in considerazione nemmeno l’indagine indipendente commissionata dalla Comunità Europea, che non solo non annovera il fenomeno della pirateria informatica, intesa come scaricamento “illegale” di contenuti sotto copyright, endemico, ma come favorente, addirittura, il mercato legale, si promulga un regolamento per combattere la pirateria informatica!!
Sono passati circa 2 anni, e il regolamento colpisce gli interessi di molti e favorisce quelli di pochi (di solito politici che per coprire malefatte più o meno passate, invocano, il diritto all’oblio, in barba al diritto di cronaca). D’altra parte le associazioni Altroconsumo ed Assoprovider (ricordo, un’associazione consumatori ed una di operatori di telecomunicazioni), ed altri, ricorrono al TAR, che come avevamo avvisato Cardani, rileva eccezioni di costituzionalità nel testo, rimandando tutto alla Corte Costituzionale che si riunirà per iniziare il procedimento in merito, tra qualche giorno.
La mia domanda al fine di tutto ciò, è: se la Corte Costituzionale dovesse rilevare concretezza e dar ragione ai ricorrenti, chi si farà carico dell’orrore regolamentare e dei danni? L’AGCOM? Il presidente Cardani? Chi?