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“La Rai ha bisogno urgente di una riforma radicale. Una rivoluzione”. Il documento approvato dall’assemblea dei Cdr Rai

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“La Rai ha bisogno urgente di una riforma radicale. Una rivoluzione. Il disegno  di legge in parlamento invece si limita a piccoli ritocchi che non risolvono i problemi  anzi rischiano di aggravarli. L’obiettivo deve essere restituire autonomia e indipendenza al Servizio Pubblico: liberandolo  dal controllo dei partiti e dei governi, urgenza rafforzata anche dagli ultimi attacchi all’informazione Rai”. Così esordisce il Il documento approvato dall’assemblea dei Cdr Rai, approvato all’unanimità (una sola astensione) del 5 ottobre 2015.

“Indispensabili  per una vera libertà sono anche  risorse certe e di lunga durata. Siamo favorevoli a uno strumento nuovo di finanziamento fondato sul “pagare meno, ma pagare tutti”. Fondamentale però che la Rai abbia risorse sufficienti a svolgere al meglio la propria missione, mantenendo invariato il proprio perimetro, rilanciare la propria leadership, rispondere alle nuove esigenze del pubblico. Al parlamento chiediamo una discussione aperta che coinvolga settori sempre più’ ampi della società sulla missione e il senso del Servizio pubblico.
L’attuale assetto non regge più. In questa ottica intendiamo confrontarci  con il vertice aziendale, forti di una posizione del sindacato e della redazioni che chiedono un cambiamento radicale, con un progetto di riforma a cui i colleghi hanno detto si con ampissima maggioranza attraverso un referendum.

Un progetto di riforma del sistema dell’informazione Rai. Tutta l’informazione, compresi gli spazi di approfondimento affidati alle reti, che devono tornare sotto la titolarità delle testate. Per questo, ribadiamo che non accetteremo soluzioni calate dall’alto, e che il necessario cambiamento passi attraverso un confronto sindacale aperto e serrato.
La nuova Rai deve ripartire dal prodotto, dal racconto, dalla tutela delle identità delle testate, delle storie professionali, assicurando mezzi e risorse adeguati.
Il web e la crossmedialità sono una formidabile occasione di sviluppo, ma servono idee nuove, serve formazione, servono investimenti.
Le redazioni, i comitati di redazione  della Rai, l’Usigrai sono pronti a fare la propria parte, confermando la propria linea di innovazione e riforme”.

 


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