Abbiamo fatto un capolavoro, scrive la Stampa, riferendo una frase sussurrata da Matteo Renzi. Dal suo punto di vista ha ragione. Ha firmato, con la bella Boschi, una riforma molto ampia della Costituzione, ha piegato la minoranza Pd, umiliato Berlusconi che si è visto scappare parecchi fedeli, tenuto fuori dal palazzo -per ora nell’area dell’irrilevanza- il nemico a 5 stelle. É vincitore, e i giornali ne celebrano il trionfo. “Senato addio, tra le proteste”, Repubblica. Traduco: bravo Matteo che hai tagliato la casta, tra le proteste di chi avrebbe voluto difendere la poltrona. “Sì al nuovo Senato con 179 voti favorevoli. Proteste in aula”, scrive il Corriere. Poi aggiunge: “appena 17 no (SEL e Conservatori e Riformisti), 7 astenuti”. Scompare il “No” di Tocci e mio: de minimi non cura… “Funerali di stato”, per ll manifesto. Ceccarelli, per Repubblica, conferma: Tra arazzi, cimeli e rischio museo, il suicidio assistito di Palazzo Madama”.
Il grande fratello e il presidente emerito. Ohibò, una telecamera importuna ha fotografato il biglietto che Giorgio Napolitano stava scrivendo in aula al forzista Romani: “Ho letto attribuite a Berlusconi parole ignobili che dovrebbero indurmi a querelarlo se non mi trattenesse la pietà verso una persona vittima ormai delle proprie patologiche ossessioni”. Ossessioni che Silvio deve aver affidato a Scilipoti, il quale si sbracciava al centro dell’emiciclo agitando un cartello con su scritto: 2011, l’anno del presunto golpe contro Berlusconi. Non c’è riconoscenza in questo mondo! Napolitano aveva fatto quanto in suo potere per non far cadere Silvio ed evitare elezioni anticipate. Poi il governo Monti, Berlusconi lo aveva appoggiato, il no all’incarico per Bersani, certo l’aveva gradito, e il governo Letta per le grandi intese, l’aveva rimesso in gioco. Prendendo la parola, Napolitano ha benedetto la riforma ma ha suggerito modifiche all’Italicum.
Matteo di sinistra (e di destra). Imposta la sua legge il Principe si adopera per recuperare il consenso che l’uso di modi bruschi gli ha alienato. É il tempo di fare cose di sinistra. La camera ha votato: un ragazzo nato in Italia da genitore con i documenti potrà dirsi italiano, uno che ha studiato in Italia ed è una risorsa, pure. Il Senato dovrebbe votare: Unione Civile, per due persone che si amano e convivono. Non si dica matrimonio, come nella cattolicissima Spagna o negli States del fondamentalismo protestante, ma è meglio che niente. Alfano promette fuoco e fiamme, i 5 Stelle potrebbero votare. Vedremo. Intanto si potrà pagare con carta moneta fino a 3.000 euro per volta. La piccola (e media) evasione, l’uso dei contratti in nero saranno favoriti. Ma che volete farci, anche quella gente vota.
Tangentopoli in servizio effettivo. Hanno arrestato il vice presidente della regione Lombardia, Mario Mantovani, amico e collaboratore di Berlusconi: tangenti sanitarie. Ed è indagato l’assessore leghista all’economia ed ex senatore, Massimo Garavaglia. Insomma, la presunta diversità lombarda si incaglia nella grande greppia delle regioni che è la spesa sanitaria. Ci vorrebbero riforme, quelle vere sono impopolari.
Quanto durerà la luna di miele? Ieri ho cenato con tre personalità (non più giovani ahimé) della sinistra italiana. Uno diceva: Renzi ce lo teniamo 10 anni almeno. Il secondo, il più anziano, osservava che senza partito – il Pd non lo è più, se lo è mai stato- , solo usando il governo, Renzi non riuscirà a resistere a lungo. Il terzo esprimeva la sua preoccupazione per una sinistra che sembra sempre più di destra. Quanto a me -il più giovane- penso che la capacità politica del (nostro) Principe funzionerebbe a lungo se l’Italia fosse ancora un’isola (anomala) in un’Europa divisa ma in pace. Oggi tutto cambia, il mondo arriva in un attimo e la candela della politica brucia in fretta.