La Volkswagen per le emissioni tossiche che vengono fuori dalle sue automobili rischia guai molto seri: dopo la magistratura italiana si è mossa anche quella francese e ormai è probabile che alcuni importanti azionisti della casa automobilistica, tra i quali ci sono anche i fondi sovrani del Qatar e della Norvegia), avrebbero intenzione di citare in giudizio l’impresa per 40 miliardi di euro dopo il clamoroso crollo in Borsa in cui si sono perduti 26 miliardi di euro sparsi tra gli azionisti e la proprietà della grande impresa tedesca. Un noto studio legale specializzato in lunghe e costose vertenze legali ha ingaggiato un avvocato esperto di class action: la vertenza potrebbe iniziare nella Germania unita già all’inizio del prossimo anno.
L’azienda tedesca, a sua volta, sta valutando il proposito di tagliare ottomila lavoratori a tempo determinato per far fronte ai costi finanziari e di immagine per i quali sono stati accanto nati 6,5 miliardi di euro ma il nuovo amministratore delegato Matthis Muller ha già fatto sapere che non saranno sufficienti rispetto alle perdite accumulate e ad altre che potranno arrivare. Lo ha annunciato un portavoce del comitato aziendale della casa che il consiglio di amministrazione sta discutendo “diversi scenari”.
L’ex amministratore delegato di Volkswagen, Martin Winterkorn, lascerà anche il suo incarico alla guida di Porshe Automobil Holding, la società che ha in mano il 52% delle azioni con diritto di voto della Volkswagen. Il suo posto verrà preso dal nuovo presidente di supervisione del gruppo, Hans Dieter Potsh. Tuttavia Winterkorn resta ancora presidente di Audi e della società di veicoli industriali del gruppo, anche se sono in corso trattative per tagliare in via definitiva anche questi legami. Volkswagen aveva creato diverse versioni del software utilizzato per manipolare i test sulle emissioni. Lo riferisce l’agenzia Reuters citando tre fonti differenti tra cui un manager dell’impresa e un funzionario americano che era vicino a iniziare una ricerca sulla società. Secondo le fonti consultate all’esterno in questi ultimi giorni la casa ha truccato le emissioni per almeno quattro tipi di motori. E questo per un’azienda che ha fondato per molti decenni la sua fortuna anche sulla affidabilità e la robustezza della sua parte meccanica e motoristica.