Abbiamo intervistato padre Pierbattista Pizzaballa (nella foto) in merito a quanto sta accadendo e alla situazione in Israele e nei territori palestinesi. Hamas annuncia una nuova Intifada.
La Custodia di Terra santa si trova nella città vecchia di Gerusalemme che aria si respira? Avete paura?
Il cuore della Custodia di Terra Santa è in Città Vecchia, nel Convento di San Salvatore. La Città Vecchia custodisce anche il cuore delle tre religioni monoteiste qui presenti. Poiché queste presenze sono qui da secoli, abbiamo imparato a essere vicini e rispettarci, anche se a volte tra alcune parti possono insorgere attriti e tensioni. Siamo consapevoli, insomma, che esiste un rapporto mai scontato, con momenti di sereni e altri di forte tensione, come ora. Non abbiamo timore perché la nostra presenza continua da secoli e la situazione contingente non suscita in noi particolari timori, pur prendendo atto di questo momento carico di tensioni.
Cosa consigliate ai pellegrini pronti per il viaggio a Gerusalemme?
I pellegrini possono partire sereni e tranquilli perché non appartengono ad alcuno dei gruppi tra i quali, in questo momento storico, vi sono tensioni. Rispetto ai mesi scorsi, in questi giorni si era rilevato un aumento dei pellegrinaggi, organizzati precedentemente agli ultimi eventi, e speriamo che a causa della situazione non vi siano disdette per la prossima stagione autunno inverno, storicamente ricca di Pellegrinaggi.
Come state vivendo questi momenti di tensione tra palestinesi e israeliani?
Nell’ordinarietà quotidiana viviamo questo momento, consapevoli che non sono i due interi popoli, ma solo alcuni all’interno degli uni e degli altri, che si provocano e si confrontano in maniera violenta.
Esiste tuttavia un movimento trasversale, costituito da uomini e donne di entrambe i popoli, intellettuali, professionisti, insegnanti, gente comune, che in maniera palese s’incontra e continua un dialogo di convivenza e tolleranza.
Si è dimostrato l’equilibrio precario tra culture differenti in Israele?
Servirebbe un’analisi più approfondita. Esistono queste differenze che sono da leggere come fonte di arricchimento e conoscenza reciproca. Allo stesso tempo sono differenze che possono creare anche delle distanze.
In quanto uomini di Fede siamo chiamati a leggere questi avvenimenti con uno sguardo differente e orientato verso Dio. Il fatto che convivano in questo preciso momento storico questi popoli di fedi differenti, ebrei, cristiani e musulmani, tutti insieme in questa terra, non è frutto del caso, ma di un disegno. Siamo dunque, più che mai, chiamati a superare le differenze, senza negarle, e trovare dei comuni denominatori che ci consentano di poter costruire un futuro diverso.
Hamas ha annunciato la terza Intifada cosa accadrà adesso?
In questi anni la strategia degli attentati è totalmente cambiata. Oggi assistiamo a un cambiamento costellato da aggressioni all’arma individuali, con il coinvolgimento di giovanissimi, poco più che ventenni e, almeno per il momento, apparentemente svincolati dai principali movimenti e organizzazioni a noi conosciuti.
La storia di dolore e difficoltà vissuta all’interno delle famiglie che vivono la tragedia del conflitto, ci sollecita nel costudire la speranza.
Nonostante tutto, vogliamo credere a un futuro che potrà vedere una realtà di pace in questo Paese. Certamente un futuro che non sarà vicino ma, come uomini di fede, custodiamo la speranza e crediamo che questo sia possibile.